Editoriale - Tasse, tasse e poi ancora tasse
La CGIA di Mestre ha denunciato che negli ultimi 10 anni le tariffe dei principali servizi pubblici in Italia hanno subito degli aumenti record: l’acqua dell’85,2%, i rifiuti dell’81,8%, i pedaggi autostradali del 50,1% e i trasporti urbani del 49,6%. L’inflazione relativa a periodo e' stata infinitamente piu' bassa.
Il MEF ha comunicato che nei primi 5 mesi dell’anno le imposte dirette (IRPEF, IRES, redditi da capitale ecc.) hanno visto un introito di -1,7% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Crescono invece del 4,8% le entrate dalle imposte indirette, con un +3,7% di gettito IVA, e aumenti vari di bolli e accise. E alla fine del comunicato spiccava un +16,1% di entrate tributarie da accertementi.
I tagli dei versamenti da parte dello Stato agli enti locali hanno portato questi ultimi a elaborare imposizioni al limite dell’estorsione sulla casa (+200% in 3 anni secondo l'ANCE) e altri servizi.
La pressione fiscale su aziende e famiglie e' da tempo a livelli record nei Paesi OCSE ed europei, a fronte pero' di ben altri ritorni in termini di servizi e welfare. Per le aziende nel 2014 si arrivera' a oltre il 44%. La Corte dei Conti stessa chiede - oltre a sostanziosi e reali tagli di spesa pubblica - una diminuzione del carico fiscale, anche come strumento per stimolare quella crescita di cui in troppi se ne occupano a parole. L'Istat ha certificato che la spesa delle famiglie nel 2013 e' diminuita del 2,5%, anche per il calo del potere di acquisto.
Invece, per il dopo vacanze agostane, sono gia' previsti rincari delle accise e rimodulazione di alcune aliquote. Senza contare che la rivalutazione del catasto, uno dei punti di forza su cui puntano gli enti locali, incrementera' (e non di poco) la tassazione sugli immobili, commerciali e industriali compresi.
Questo accanimento fiscale non porta da nessuna parte. Tantomeno al risanamento dei conti pubblici e a una ripresa economica. Una vacca morta non fa piu' latte.
Claudio Gandolfo
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