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Editoriale
Aspettiamo il DEF prima di giudicare il governo
E' come per corruzione ed immigrazione: quello che conta non è la realtà, ma la percezione che la gente ha della cosa. E su quello si parla e sparla. Non è diverso dai giudizi su questo governo. Le aspettative generate in campagna elettorale dai due partiti che lo compongono hanno sicuramente alzato l'attenzione oltre misura. Temi come il reddito di cittadinanza, flat tax, la sicurezza o la cancellazione della legge Fornero, hanno portato valanghe di voti. La percezione però tra moltissimi cittadini è che finora (100 giorni!) la compagine gialloverde non abbia combinato nulla o ben poco. Una impressione alimentata da giornali e TV - non dimentichiamo che si tratta del primo governo a non avere alcun media amico - che non perdono occasione per rilevare l'inadeguatezza e l'impreparazione della compagine. Impressione magari legittima, ma che volutamente non tiene conto di alcuni aspetti non certo secondari. Il governo Conte ha giurato il primo giugno. Ma per esser operativo il parlamento deve insediare tutte le diverse commissioni, per Camera e Senato, che necessitano di tempo per prendere visione o creare i diversi dossier di competenza. Sono queste cose che fanno "funzionare la macchina", poiché le leggi non si scrivono da sole e magari in una settimana. Si chiamano tempi tecnici. C'è stato, da allora, anche il mese di agosto, con la relativa chiusura per ferie di molti uffici, mese in cui è crollato il ponte a Genova e c'è stata la presa di posizione in più atti (che tanto hanno fatto discutere) in materia di immigrazione del Viminale. Però nel frattempo il governo un po' di cose le ha fatte, ha già presentato alcuni disegni di legge, ultimo quello contro la corruzione, o la chiusura della questione ILVA. A giorni verrà presentato il DEF, vero banco di prova sulle promesse elettorali. Solo allora, ed entrando nel merito, per onestà intellettuale, si potranno esprimere giudizi sull'operato di questo governo. E vedere se sono capaci o incapaci. Prima è solo propaganda o malafede. Esattamente come chi vuole "tutto e subito!".
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