Le 7 competenze chiave del bravo manager
Cuzzilla (Federmanager): occorre farsi portatori di un mix di competenze manageriali, tecniche e trasversali indispensabili per guidare un'impresa nell'era dell'automazione, dell'IoT, della robotica
In un'epoca di trasformazione come quella che stiamo vivendo, il manager ricopre un ruolo delicato.
E sia che si interroghi allo specchio, sia che si rivolga ai suoi sottoposti o superiori, è difficile trovare risposte definitive su come affrontare determinati problemi.
O quali competenze siano più critiche di altre per farlo.
Secondo l'indagine "Bravi Manager Bravi: uno studio sul management efficace e responsabile", condotta da The European House Ambrosetti e Federmanager - e di cui sono state anticipate le prime evidenze durante la 44esima edizione del Forum di Villa D'Este a Cernobbio - sono sette le macro-competenze chiave del management discriminanti nella gestione delle incertezze e della complessità tipiche dello scenario competitivo attuale.

Lo studio ha finora coinvolto 1.631 iscritti alla Federazione dei manager industriali, interrogati con 120 domande su 4 filoni di indagine: le Skills Readiness for Business, ovvero le competenze comportamentali e cognitive, i driver motivazionali, i valori etici e, infine, il posizionamento del management italiano su alcune questioni di attualità.
Dall'analisi delle risposte fornite dal campione intervistato relativamente al primo settore di indagine, le Skills Readiness for Business, di cui è stata data anticipazione al Forum conclusosi ieri a Cernobbio, emerge una classifica delle competenze sia sotto il profilo dell'importanza attribuita sia sotto il profilo dell'adozione in azienda.
Tra i 63 comportamenti mappati, l'eccellenza operativa, definita come capacità di snellire i processi e l'organizzazione per dare risposte veloci ai cambiamenti, facendosi carico della complessità e rilasciando semplicità, è per i manager la prima macro-competenza sia per importanza sia per adozione, con un valore assegnato su scala 1-10 rispettivamente di 8.2 e di 7.4 punti.

Al secondo posto, con un punteggio di 7.8 in termini di importanza e di 7.3 in termini di adozione, l'imprenditorialità, che si esprime, in particolare, nella decisionalità veloce e tempestiva e che riflette una forte iniziativa personale che conferma lo stile imprenditoriale del manager italiano.
Terza classificata, la flessibilità, più apprezzata in termini di importanza (7.7 su 10) ma meno adottata nella prassi (7.1 su 10).
Segue la gestione delle informazioni (importante per 7.6 e attuata per 7.1): una competenza di tipo cognitivo che attiene alla valutazione e interpretazione di dati e fonti, nonché alla capacità di creare connessione tra gli elementi chiave.