Editoriale - Caro Renzi, le cifre della crescita cambiano la vita di tutti
''Che la crescita sia 0,4 o 0,8 o 1,5% non cambia niente dal punto di vista della vita quotidiana delle persone''. Parole e musica di Matteo Renzi commentando l'abbassamento delle previsioni di crescita del nostro Paese da parte dell’FMI allo 0,3% rispetto allo 0,6% di aprile, e allo 0,8% stimato dal governo italiano nel Def.
Abbassamento che fa seguito ad analoghi adeguamenti da parte dell'ISTAT, di Confindustria, dell'OCSE, della Commissione Europea e, ultima, Confcommercio.
Ma il fatto che per il nostro Premier le cifre non contino nulla e' assolutamente grave. Percentuali e punti di Pil significano lavoro per le aziende, minore disoccupazione, salari per dipendenti, soldi per le famiglie, maggiori consumi. Sono la benzina nel motore dell’economia, ma sono soprattutto l’indicatore della salute del Paese. La crescita di un punto di Pil cambierebbe in modo estremamente significativo la vita quotidiana di milioni di famiglie e di imprese. E abbasserebbe il rapporto deficit/Pil, allontanandoci dall’insensato e anacronistico vincolo del 3% che proprio Renzi vorrebbe tanto allentare.
Ma, soprattutto, non renderebbe necessaria la manovra tra i 20 e i 30 miliardi di euro che sembra piu' che mai necessaria in autunno per aggiustare i conti pubblici. Una manovra fatta, ovviamente, di tagli e tasse, che invece cambieranno di molto (ma in peggio) la vita quotidiana delle famiglie che la subiranno.
Il magazine BusinessCommunity.it tornera' il 3 settembre dopo la pausa estiva, le news invece continueranno ad essere pubblicate, magari con una riduzione legata al periodo di vacanza.
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