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Editoriale
Tutto bene a Berlino?
Non si è ancora spenta in Germania l'eco dei festeggiamenti per la prossima fine del Quantitative Easing - che a detta dei tedeschi avrebbe esageratamente favorito l'Italia (come la favola del lupo e dell'agnello di Esopo) - che Draghi ha di fatto rilanciato un altro piano di TLTRO da gennaio. "I recenti sviluppi confermano le valutazioni del board sulle prospettive a medio termine dell'inflazione. (...) Ma, allo stesso tempo le incertezze chiedono pazienza, prudenza e persistenza nel calibrare la nostra politica monetaria", quindi uno "stimolo significativo è ancora richiesto". Costernazione a Berlino e Paesi satelliti? Solo di facciata. In realtà, come testimoniato dall'ultimo rapporto IFO (l'Istat tedesco) da quelle parti gli industriali hanno una pessima visione del futuro, con un sentiment in calo da oltre un anno, così come negativi sono ormai i PMI e i dati sulla produzione industriale. Non è ancora tecnicamente recessione, però il trend è chiaro. La manovra di Draghi darà quindi ossigeno alle loro banche ormai esangui. Se la locomotiva d'Europa si è fermata, giova ricordare che la Francia ha qualche problemino interno non di facile soluzione e, come la Spagna, anche con i conti pubblici già quest'anno. Ma per l'ineffabile Commissione UE il problema sono i decimali della nostra manovra per il 2019.
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