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05/12/2018

economia

Italia vs Commissione EU: un qualche accordo verrà trovato

Tarello (Columbia Treadneedle): la BCE non ha l’autorità di andare a comprare l’emissione del debito pubblico sul mercato primario, ma ha comunque strumenti per garantire la stabilità sui mercati finanziari. Fa parte del suo mandato

Spread, tassi, BCE, FED, credito, TLTRO, Quantitative Easing, reddito fisso. Sono molte le tematiche di estrema attualità. Le abbiamo affrontate con Alessandro Tarello, Fixed Income Portfolio Manager presso Columbia Treadneedle

Quali possono essere le prossime mosse della BCE?

Nella precedente riunione della Banca Centrale quello che ha fatto è stato comprare tempo. A dicembre ci saranno un po’ di cose sul tavolo. La BCE si riserva di vedere quelli che saranno i dati economici europei.
In questo momento, guardando ai valori sul mercato dei future, una probabilità di un aumento sul tasso di interesse sui depositi da un -40 ad un -30 punti base è più o meno incorporato al 30% per giugno 2019.
Ci sarà poi presumibilmente una fine del Quantitative Easing e, eventualmente – anche se per adesso la Banca Centrale lo ha quasi escluso – una nuova edizione del TLTRO, con cui concedere di fatto nuova liquidità alle società.

Parliamo di spread: cosa potrà accadere nel breve-medio termine?

In questo momento abbiamo assistito ad un allargamento dello spread sulla base del conflitto tra il governo italiano e la Commissione UE sul deficit.


Uno scenario in cui i due contendenti vadano completamente ad uno scontro e, come qualcuno suggerisce, le autorità lasciassero il debito pubblico italiano al suo destino, vedrebbe lo spread esplodere. Non dobbiamo andare indietro di troppi anni per vedere lo spread italiano a 500-600 BP.
Però, sulla base dell’esperienza con la Grecia, è difficile che le autorità europee possano un contagio, un’escalation, di quel tipo. Anche perché ricordiamolo: la BCE non ha l’autorità di andare a comprare l’emissione del debito pubblico sul mercato primario, ma ha comunque strumenti per garantire la stabilità sui mercati finanziari. Fa parte del suo mandato.
Quindi lo scenario a più alta probabilità adesso è che ad un certo punto riescano ad arrivare ad un accordo.

Mercato del credito: a che punto siamo?

Nell’ultimo periodo c’è stato un allargamento degli spread. C’è la sensazione che al di là di questo allargamento, il profilo di rischio tenda ancora a ritenere che il rischio di credito non sia incredibilmente ricompensato. Tuttavia, è difficile aspettarsi nel breve periodo un’inversione del ciclo del credito, perché ci sono ancora troppi indicatori che di fatto lo sostengono.


Se da un lato, i bilanci delle aziende, per quanto riguarda la leva finanziaria, sono peggiorati, è vero però che la politica monetaria è ancora per adesso piuttosto accomodante, anche se in peggioramento. Le economie sono in rallentamento, ma quella USA resta ancora forte.
Non ci sono quindi indicatori che facciano credere che nell’immediatezza ad una improvvisa fine del ciclo del credito. Anche se ultimamente ci sono i primi segnali e le tensioni sugli Investment grade americani potrebbero essere un catalizzatore ad un certo punto.

I dati BCE indicano che il precedente TRLTRO è stato utilizzato in gran parte da imprese francesi e tedesche. Potrebbero andare in crisi di liquidità?

Per adesso non è ancora stato deciso ufficialmente un rinnovamento del TLTRO. Sicuramente sarebbe una seria rimozione della liquidità dal mercato corporate.
C’è una buona probabilità che la BCE possa pensare ad una forma di TLTRO, anche perché consentirebbe da un lato di mantenere aperta la porta al rialzo dei tassi, chiudere con il Quantitative Easing, e dall’altro di non privare troppo il mercato corporate di un credito di cui ha ancora bisogno.


Ci sono però compagnie un po’ in tutta Europa che di fatto hanno beneficiato di questa situazione.

FED: quanti aumenti tra dicembre e il 2019?

Se si guarda alle indicazioni di voto dei membri del consiglio direttivo della FED, si vedono un aumento a dicembre 2018 e tre aumenti nel 2019. Questi ultimi diventano due se si prende in considerazione quello che loro chiamano “tasso di interesse di equilibrio”.
In questo momento il mercato non sta incorporando neanche due aumenti: c’è una probabilità al 75% di un rialzo a dicembre 2018, e un’altra probabilità al 50% di un secondo rialzo nei primi mesi del 2019.


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