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Editoriale
Plastic tax solo per far cassa
L'inserimento della "plastic tax" nella finanziaria viene giudicato dal governo come una sorta di dazione dovuta e progressista. Migliorare l'ambiente si può e si deve, come dicono i seguaci di Greta. Peccato che la strada per l'inferno sia lastricata da buone intenzioni. L'aumento del costo di un prodotto dal contenitore in plastica - bottiglia d'acqua, pacchetto di sigarette, ogni imballaggio ecc. - non impedisce che questo sia ancora smaltito in maniera non corretta. Incivile, se vogliamo. Questo perché non c'è nessun incentivo allo smaltimento differenziato, come per esempio in altri Paesi del Nord Europa. O un sostegno al riciclaggio degli imballaggi. Se è un problema culturale, un aumento del prezzo di un euro al chilo non impedirà a chi gettava la bottiglietta vuota per strada di farlo ancora. Il consumatore non ne ha alcun ritorno, se non un generico sostegno a mantenere puliti i mari. Quindi, la nuova tassa è solo della raschiatura del barile in salsa verde per mungere ancora di più gli italiani.
Per inciso, i Paesi più inquinanti del Mediterraneo, sono quelli che non adottano un piano di smaltimento differenziato dei rifiuti e sono tutti fuori dalla UE come, per esempio, Montenegro, Albania, Egitto, Turchia (fonte WWF).
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