Perché sentirsi arrivati nel proprio lavoro può essere pericoloso
Wilson (Cornerstone OnDemand): è importante continuare a cimentarsi in cose nuove (e anche fallire). L'automazione sta arrivando e occorre anticipare i cambiamenti
Facciamo un salto nel passato e torniamo per un attimo al 2000.
Blockbuster, la popolare catena di noleggio di VHS e DVD, era all'apice del successo, con milioni di clienti in tutto il mondo.
Sempre nel 2000, l'allora CEO di Blockbuster, John Antioco, lasciò perdere l'opportunità di acquistare Netflix per 50 milioni di dollari.
Antioco pose fine al negoziato affermando che Netflix aveva un "piccolissimo business di nicchia".
Sappiamo tutti come è finita la storia.
Questo è solo uno dei tanti esempi di decisioni sbagliate prese dalle aziende, che offre però un'ottima base per discutere dei nostri atteggiamenti nei confronti del lavoro.

Si dice che occorrano 10.000 ore per padroneggiare una competenza, vale a dire 1.250 giorni di lavoro o, immaginando di lavorare 48 settimane all'anno, poco più di 5 anni di vita professionale.
Nel grande schema di una carriera, non è un periodo lunghissimo, ma arrivare a padroneggiare un'area non significa che si debba smettere di imparare.
Infatti, diventare molto bravi può anche significare sentirsi arrivati e ciò può essere pericoloso.
Introduzione al fallimento
Essere preoccupati di sbagliare o di fallire in qualche compito è normale, ma questa preoccupazione ci fa anche desiderare di sentirci più tranquilli.
Avrete probabilmente sentito parlare della gerarchia dei bisogni di Maslow, una piramide che riassume le 5 motivazioni essenziali dell'essere umano, in cui la motivazione più essenziale si trova alla base.
Si parte dai bisogni fisiologici, come cibo, acqua, calore e riposo: salendo si incontrano via via bisogni più immateriali: sicurezza (fisica, familiare, ecc), appartenenza (amicizia, amore, ecc), stima e, per finire, autorealizzazione.
Sentirsi tranquilli sul lavoro aiuta certamente a soddisfare i bisogni umani di base.
Chi ha un lavoro stabile non sarà probabilmente troppo preoccupato per l'accesso al cibo o all'acqua, per la sicurezza o l'appartenenza.
Le cose cambiano però per i due livelli più alti: autostima e realizzazione del proprio pieno potenziale.