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Editoriale
Austerità espansiva. Ancora?
Sbagliare è umano, ma perseverare nell'errore è da idioti o da persone in malafede. Specialmente se si parla ex cathedra.
Questo vale anche per Carmen Reinhart, che ha scritto nei giorni scorsi su Project Syndacate di come sia poco credibile per l'Italia l'idea di abbattere il debito pubblico attraverso la crescita (alzando il PIL), e che l'unica via sia una sua ristrutturazione. Tradotto: patrimoniale e più altre tasse.
Questa gentile signora deve la sua fama ad un lavoro (insieme al collega Kenneth Rogoff) in cui teorizzava l'austerità espansiva, secondo cui ci sarebbe stata una correlazione tra un alto rapporto debito/PIL (maggiore del 90%) e la bassa crescita. Tesi per anni adottata a paradigma dal FMI e sbugiardata da due studenti nel 2013 (conteneva un banale errore nel calcolo...). Eppure, sulla base di questa teoria sono state giustificate nefandezze quali austerità, pareggio di bilancio e il "rimettere a posto i conti" e "fare compiti a casa", che tanti danni hanno provocato. Basti vedere in Grecia, o cosa è accaduto da noi con l'austerità espansiva di Monti. Anziché andare a nascondersi, o chiedere scusa per i disastri provocati, Reinhart che lavora al FMI dal 2001, ha pensato bene di riapplicare le sue teorie sballate all'Italia. Ma provare vergogna e un briciolo di dignità no?
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