Editoriale - Timidi segnali di ripresa o fuochi fatui?
Gli ultimi dati ufficiali sono quasi tutti concordi su una generale tendenza a un lieve miglioramento delle condizioni del paziente-Italia. L'inflazione ha arrestato la sua caduta (ma siamo sempre in deflazione). Il tasso di disoccupazione è calato dello 0,1%, ma è sempre al 12,6%, di gran lunga sopra la media dell'eurozona. Il PIL del 2014, calcolato secondo i nuovi parametri, è sceso a volume dello 0,4%, risultato ben lontano da Stati Uniti (2,4%), in Germania (1,6%) e in Francia (0,4%). Ma bisogna accontentarsi. Per fortuna, nonostante il calo dell'ultima rilevazione, tiene l'export, e gli ordini arrivati fanno ben sperare per il futuro. L'Istat vede una crescita, seppur timida, per il 2015. Speriamo che per una volta le previsioni siano azzeccate. Anche perché non sarà certamente l'aumento della tassazione o dell'IVA (clausole di salvaguardia) a far ripartire i consumi interni, l'unica via di uscita dalla palude.
Claudio Gandolfo
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