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Editoriale
Vogliamo il ricambio generazionale o no?
Quota 100: o funziona o non funziona. Tertium non datur. Quindi, che i vari commentatori si mettano d'accordo, prima di tutto con sè stessi e il buon senso dei numeri. Prima dell'entrata in vigore della legge è stato tutto un fiorire di critiche poiché - partendo dall'assunto che Salvini aveva promesso il superamento della legge Fornero - avrebbe interessato una platea troppo bassa di lavoratori e non avrebbe prodotto ricambio occupazionale. Peraltro, riducendo la quota mensile percepita. Ora che sono partite le domande, quelli del fate presto salmonato straparlano di "Grande fuga: via medici, infermieri e prof". Lo stesso varrebbe anche per l'industria privata. Le adesioni sarebbero già decine di migliaia. Fosse vero, assisteremmo ad un ricambio generazionale epocale e ad un abbattimento del tasso di disoccupazione in tutto il Paese. E' chiaro che occorre distinguere tra pubblico e privato, con il primo che necessita di una efficace strategia di rimpiazzo, visto che non si possono lasciar sguarniti ospedali, tribunali, caserme, Funzione Pubblica, scuole ecc. Giova poi ricordare che nel privato, in una azienda non in crisi, non ci sono certo persone in esubero, tenuti lì improduttive a far nulla; e che il ricambio oltre che auspicato, porterebbe giovani sicuramente più idonei alla crescita dell'industria 4.0. Magari tanti giovani laureati che sono costretti ad emigrare troverebbero più occasioni di lavoro in Italia, fermando - quella sì vergognosa - la Grande fuga che da troppo tempo vede il nostro migliore capitale umano andare all'estero.
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