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13/03/2019

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Qual è l'export che funziona davvero?

Secondo i dati SACE, bene l'elettronica, la metallurgia, la farmaceutica il tessile e l'abbigliamento. Traina la dinamica dei Paesi intra UE. Inizia a pesare il rallentamento del commercio internazionale

Dopo la straordinaria performance del 2017 (+7,6%), il 2018 si è chiuso con un aumento dell'export italiano del 3%, in valore, per un totale di 463 miliardi di euro, Sono invece rimasti pressoché stazionari i volumi. Si tratta di un risultato inferiore alle attese di inizio anno e che risente sia del rallentamento dei principali partner dell'Italia (specie nella seconda metà del 2018) sia della minore dinamicità del commercio internazionale.
Sono stati i Paesi Ue a trainare le vendite con ottime performance in Repubblica Ceca (+6,9%) e Polonia (+5,9%). Buon andamento anche in Francia (+4,5%) e Germania (+3,6%). Nel Regno Unito si è chiuso a +1,1%.
Dinamica debole nei Paesi extra-Ue (+1,7%), con segni meno in Cina (a causa del netto calo nell'automotive, dopo l'aumento del 100% del 2017), Medio Oriente, Mercosur e Russia.
Nel trimestre ottobre-dicembre l'export italiano ha segnato un lieve incremento (+0,9%) rispetto ai tre mesi precedenti.

A dicembre invece, si è registrata una lieve flessione (-2,3%) rispetto a novembre.
L'India è tra i migliori mercati del 2018 per l'export italiano (+11%), con ottime performance nei settori chimico-farmaceutico e metallurgico. Quest'ultimo, insieme al comparto chimico e degli arredamenti, ha sostenuto le vendite nel mercato americano (+5%). Oltre la media anche la meccanica strumentale. Le turbolenze finanziarie e valutarie che hanno colpito la Turchia hanno inevitabilmente avuto pesanti ripercussioni sul commercio con il Paese (-13,1%). Tra le poche eccezioni, prodotti raffinati e prodotti tessili mostrano un lieve incremento.
Le esportazioni di beni intermedi sono aumentate al ritmo maggiore (+4,3%), seguite da quelle dei beni di consumo (+2,7%).
Tra questi ultimi, i non durevoli sono quelli che hanno mostrato la maggiore dinamicità (+3,1%), mentre l'incremento dei durevoli è stato dell'1,3%.
Le vendite all'estero di beni strumentali infine, sono avanzate dell'1,5%.
L'elettronica è tra i settori "best performer" del 2018: si registrano forti incrementi delle nostre vendite anche nei Paesi in cui, in totale, l'export è diminuito, quali Russia e Opec.



Altro settore che ha chiuso l'anno con un ottimo andamento è la metallurgia, grazie al traino di Austria, Germania e Giappone. Aumento al di sopra della media anche per la farmaceutica: spiccano le performance in Cina, Francia e Polonia.
Tra gli altri settori, bene mezzi di trasporto (autoveicoli esclusi) e tessile e abbigliamento. La meccanica strumentale chiude a +1,9%. Male invece, le vendite di auto-veicoli e prodotti agricoli.


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