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13/03/2019

economia

L'altalena delle borse cinesi

Yeo (Aberdeen Standard Inv.): entro cinque anni è stato stimato che le A-shares del Paese potrebbero costituire fino al 20% degli indici MSCI

La decisione di MSCI di aumentare il peso delle A-shares cinesi nei propri indici potrebbe sembrare epocale. Dopo tutto, è un mercato enorme, con circa 3.500 titoli e un valore di circa 8,5 trilioni di dollari.
Per noi, in quanto stock-picker, l'inclusione decisa da MSCI non ha un'applicazione pratica e immediata. Non influisce sulla nostra visione del fatto che un'azienda sia interessante o meno, né sentiamo il bisogno di modificare i nostri portafogli. Manteniamo una visione a lungo termine di quello che storicamente è stato un mercato volatile e momentum-driven.
Molti investitori globali continueranno a vedere il mercato azionario onshore cinese come un semplice paniere di titoli, indipendentemente dalla decisione di MSCI. Dopo aver perso più del 30% lo scorso anno, questo mercato ha registrato un forte recupero dall'inizio del 2019.
Parliamo comunque di un mercato inefficiente, dove l'80% del fatturato proviene da investitori locali retail, più facilmente influenzati dalle ultime notizie, piuttosto che dalle prospettive sugli utili delle società A-share.

L'anno scorso gli investitori sono stati bombardati da notizie negative sul rallentamento della crescita economica cinese, sull'aumento dei fallimenti e sulla guerra commerciale con gli Usa. Tutto ciò ha minato la fiducia e frenato i piani di investimento delle società.
Ma questa era visione di breve termine. Gli investitori internazionali hanno validi motivi per guardare a questo mercato in chiave più positiva, soprattutto nel lungo periodo. Le autorità cinesi stanno orchestrando il rallentamento, frenando la crescita alimentata dal debito per salvaguardare il proprio sistema finanziario. Allo stesso tempo, è in atto uno stimolo allo sviluppo dei consumi interni e dei servizi. L'obiettivo è avere un'economia più autosufficiente e sostenibile. Tutto ciò è di buon auspicio per la stabilità futura. In risposta alle sfide a breve termine, i responsabili politici hanno adottato misure volte a stimolare determinati settori e sono pronti a sfruttare ulteriormente le leve monetarie e fiscali per contribuire ad agevolare questa transizione economica.
Gli investitori globali dovrebbero comunque essere consapevoli del fatto che parliamo un'economia che cresce ancora oltre il 6%, significativamente al di sopra dei mercati sviluppati.

Le previsioni di consensus degli utili per le A-shares nel 2019 si attestano al 15%. Difficile trovare molti mercati che offrono una crescita a due cifre. La correzione del mercato del 2018 significa inoltre che anche i prezzi sono scesi rispetto agli utili.
Certamente, se il presidente degli Stati Uniti Donald Trump dovesse aumentare ulteriormente i dazi, potrebbe abbattere di un punto percentuale la crescita del PIL cinese. Ma i dazi doganali intaccano i ritorni delle aziende che beneficiano di dinamiche globali, molte delle quali sono quotate negli Usa. Sospettiamo che questo sia stato un fattore alla base del crollo dell'indice S&P500 dello scorso dicembre.
Questo potrebbe aver pungolato il Presidente Trump, che attribuisce grande importanza alla performance del mercato azionario. Ed evidenzia anche un punto chiave: è nell'interesse di entrambe le parti trovare una soluzione opportuna a questa controversia. La retorica tra le due parti sembra ora attenuarsi e ci aspettiamo che quest'anno raggiungano un accordo. Qualsiasi accordo dovrebbe essere accolto positivamente dal mercato, fornendo alle aziende una maggiore chiarezza sulle loro prospettive di reddito e sui loro piani di spesa.




Diversificazione del portafoglio

Nel corso del tempo, la maggiore inclusione negli indici MSCI avrà un impatto. Entro cinque anni, è stato stimato che le A-sharse potrebbero costituire fino al 20% di questi indici, molto seguiti. In questo modo, gli investitori istituzionali esteri che li replicano passivamente potrebbero generare flussi in entrata.
Si tratta di flussi a lungo termine, più stabili rispetto a quelli guidati dal sentiment che vediamo oggi. Questa istituzionalizzazione esporrà le imprese locali a standard globali di responsabilità e a migliori pratiche. Ciò aumenterà il livello di governance e renderà il mercato più investibile. A nostro avviso, le società ben gestite e con una buona gestione del capitale rappresentano il migliore investimento nel lungo periodo.
Con l'aumento del peso della Cina nei benchmark globali, avere un'esposizione al mercato scarsa o nulla diventerà sempre più una decisione attiva. Gli investitori globali potrebbero essere già presenti in Cina attraverso il mercato più accessibile delle H-share, caratterizzato dall'indice MSCI China Index.


In genere queste azioni sono quotate a Hong Kong. Tuttavia, ci sono solo 256 H-share, contro le 3.500 A-share. Il mercato onshore cinese ha più del doppio della capitalizzazione di mercato e un trading quotidiano 3-4 maggiore rispetto a Hong Kong. Il mercato delle A-share è anche più diversificato per settore e molto meno incentrato sulla tecnologia, in quanto le big cap Tencent e Alibaba sono quotate all'estero. E la focalizzazione verso il mercato domestico offre l'accesso a società semplicemente non disponibili altrove.
Vediamo le migliori prospettive sugli utili tra i titoli orientati al consumo, pronti a beneficiare della crescita strutturale della nazione. Dopo tutto, la classe media cinese sta crescendo rapidamente, con 380 milioni di millennial che guadagnano e spendono per articoli di lusso, viaggi e assistenza sanitaria più di quanto i loro genitori abbiano mai fatto.
Il mercato delle A-share ha una correlazione con i mercati globali di gran lunga inferiore a quella del MSCI Cina. Ha dinamiche diverse e tende quindi a essere meno influenzato da eventi esterni. In quanto tale, l'esposizione alle A-share può apportare preziosi benefici di diversificazione a un portafoglio globale.



In sintesi, le notizie recenti potrebbero non segnare la rapida rivoluzione che alcuni invece leggeranno inevitabilmente come tale. Ma può servire come utile promemoria del modo in cui si stanno sviluppando i mercati dei capitali cinesi e, forse, indurre gli investitori a riflettere attentamente prima di concludere che il mercato delle A-share sia più in difficoltà di quanto non sia in realtà.

Nick Yeo, responsabile azionario Cina di Aberdeen Standard Investments


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