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Editoriale
La follia del bail-in anche per i titoli di stato
E dopo il bail-in bancario (votato senza esser minimmente capito dai parlamentari italiani), i tedeschi ci riprovano. In pieno agosto č comparso sul sito del Consiglio tedesco degli esperti economici (una sorta di think tank governativo) un documento dal titolo "Un meccanismo per regolare la ristrutturazione dei debiti sovrani", a firma di Lars Feld. In realtą č come se parlasse il ministro delle Finanze Schäuble.
Viene messo nero su bianco che il debito pubblico di alcuni Paesi - si legge Italia - non potrą essere rispettato, per cui bisognerebbe prevedere sin d'ora con le regole del default, le dilazioni da concedere e l'eventuale haircut (il taglio del valore), in modo da includerlo direttamente nel contratto del titolo stesso. In pratica, applicare le regole del bail-in anche ai titoli di stato. Geniale e micidiale. E del resto, proprio il ministro tedesco aveva affermato che andava "posta fine al privilegio concesso ai titoli pubblici nella regolazione bancaria". Un modo piuttosto subdolo per attaccare banche e risparmi italiani, con la scusa di ridurre al minimo i trasferimenti finanziari della Germania ai Paesi fragili se e quando la prossima recessione dovesse riaprire una crisi. Le nostre banche sono zeppe di titoli di stato, che se dovessero svalutarsi, porterebbero in default tutto il sistema, rendendole acquistabili ad un tozzo di pane, risparmio privato compreso. Questo, per chi ancora non l'avesse capito, conferma che la vera preda dell'euro č l'Italia. In pratica, dichiarandoci guerra, la Germania ha mostrato tutto il suo scetticismo verso il Fiscal compact e l'architettura dell'euro. Che č stato solo un mezzo di conquista. Europa? Quale Europa?
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