Un evento in diretta, su Facebook ma non solo, in cui ha parlato di visione, imprenditoria e molto altro
Che Mark Zuckerberg (il fondatore di Facebook) parli al mondo da Roma è un evento già di per se.
Al di là delle implicazioni socio-politiche-opportunistiche, è un segnale piuttosto forte del fatto che l'Italia è tenuta in considerazione a livello economico, vista la tanto dichiarata decadenza di tanti, è un segnale forte, significa che Facebook vede nel nostro paese delle opportunità per sviluppare business e non è una cosa trascurabile.
Analizzando l'oretta di sessione tenuta all'Università Luiss, di cui diamo l'intero video di Sky TG 24 a corredo dell'articolo tradotto in italiano, emergono elementi interessanti per le nostre imprese e gli studenti, anche se alcuni argomenti "scottanti" come la privacy, l'invasione della piattaforma e via di seguito, non sono stati minimamente toccati.

Per Zuckerberg il nostro Paese non è certamente trascurabile, ci sono 29 milioni di iscritti attivi a Facebook, utenti su Whatsapp e la piattaforma di advertising oggi contende a Google il primato per gli investimenti digitali.
"Ogni 5 o 10 anni il mondo digitale lancia una nuova iniziativa e ogni novità è più potente della precedente", è stato uno dei passi del discorso.
"Tra una cinque, dieci anni la realtà virtuale e aumentata sarà alla portata di tutti e ci potrà aiutare a sentirci come se stessimo veramente con le persone che non sono in realtà lì con noi".
Si tratta ad un accenno importante, perché è di fatto una nuova linea di business per Facebook, ma anche una nuova opportunità per fare business per tutte le altre aziende.
"La nostra è una tech company, non siamo un editore", ha incalzato cercando di mettere fine alle polemiche sulla scelta da parte di persone reale sui contenuti delle notizie a cui dare risalto nelle bacheche di Facebook.
"Il nostro ruolo è quello di creare gli strumenti per costruire l'esperienza che desiderate, come utenti o come business.
Ma non produciamo contenuti. Prima di internet c'erano la TV e i giornali, ma non c'erano così tanti canali e le fonti di informazione venivano decise a propri.
Ora, con i social, ogni utente ha in media tra i propri contatti diverse decine di persone che risiedono in un altro Paese, che condividono le informazioni che seguono e questo fa sì che ci giungano molte più notizie, sia da chi ha le stesse nostre opinioni sia da chi le ha diverse".