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Editoriale
Oste, un altro TLTRO, per favore
Alla disperata ricerca di una crescita solida da parte dei Paesi dell'Eurozona, Draghi ha ceduto nuovamente, con un bel TLTRO-2 da 233,5 miliardi di euro. Saranno fondi a 4 anni a tasso zero, che può diventare addirittura negativo se il volume del credito supererà certi parametri. In quel caso, la BCE potrebbe retrocedere alle banche fino a 40 punti base.
La cosa più importante sarebbe, nelle intenzioni di Draghi, che quel credito andrebbe concesso a imprese e famiglie mentre, come per gli TLTRO e simili in precedenza, finiranno in grandissima parte in attività finanziarie ma non in quelle economiche. Le banche italiane si sono portate a casa oltre 60 miliardi (più della metà a Intesa e UniCredit) che, se venissero realmente erogati sotto forma di crediti, avrebbero un ritorno di interessi ben maggiore rispetto allo zero a cui li hanno presi a loro volta. E invece finiranno o in titoli di stato oppure ai soliti amici degli amici, magari per "aiutare" aziende o banche decotte (i nomi sono fin troppo evidenti), magari generando altri NPL. Ovviamente ad un tasso di favore.
Niente a che vedere con aziende sane e famiglie a cui invece si chiede un "merito del credito" più stringente di un cappio al collo. E comunque i soldi del TLTRO andranno comunque restituiti alla BCE, senza però aver spostato di una virgola la situazione dell'economia reale.
Non è così che si può aiutare il nostro Paese a uscire dalla crisi, come testimoniano gli ultimi dati su fatturato o ordinativi delle imprese, ormai con il segno negativo da troppo tempo.
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