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05/04/2017

economia

Elezioni francesi: attenzione allo spread con la Germania

Le Menestrel (Financière de l'Echiquier): a meno di un crollo brutale dei candidati estremisti, gli investitori continueranno a scrutare febbrilmente il livello del termometro di borsa fino a maggio

Nelle settimane precedenti l'elezione di Donald Trump, le dealing room erano tutte concentrate sul peso messicano che perdeva o guadagnava terreno con l'ondeggiare delle previsioni di voto in favore del candidato outsider. Ora che la febbre ha attraversato l'Atlantico per raggiungere la Francia, il sorvegliato speciale è lo spread tra Francia e Germania, ossia il differenziale di rendimento tra un Titolo di Stato tedesco e uno francese di pari scadenza.
Nel 2016 lo spread è rimasto tranquillo, oscillando attorno a 35 bp. La vigilanza e gli acquisti di asset da parte di Mario Draghi assicuravano un controllo sufficiente per metterci al riparo da qualsiasi velleità di allargamento. La sorpresa delle elezioni americane ha scombussolato questo equilibrio: se gli americani hanno potuto eleggere Donald Trump, perché i francesi non potrebbero eleggere Marine Le Pen? La sua volontà sbandierata di far uscire la Francia dall'euro preoccupa i mercati: "Lo spread della Francia" è subito diventato la sineddoche preferita dagli operatori di borsa?
Agli inizi del 2017, il Penelope gate accelera ulteriormente il processo.

La focalizzazione degli investitori sul famigerato spread si trasforma in un'ossessione: non è neanche più necessario parlare di "spread Francia-Germania", basta dire semplicemente "lo spread" e tutti capiscono. Un indicatore che si agita a ogni annuncio di politica locale: la possibilità di un avvicinamento tra Benoît Hamon e Jean-Luc Mélenchon lo fa salire a 80 bp? salvo poi scendere di 5 bp all'annuncio che François Bayrou entra tra le fila di Emmanuel Macron. E gli spiritosi subito a sottolineare che è la prima volta che François Bayrou fa muovere i mercati?
Ma cerchiamo di analizzare i fatti con un po' di obiettività: agli inizi degli anni ?90, la Francia era percepita come un Paese significativamente più rischioso della Germania. L'avanzata verso l'Eurozona, e la successiva creazione, contribuiscono agli inizi del 2000 a dare una grande stabilità allo spread, che si assesta attorno allo 0,15%. La crisi del 2008, e soprattutto i timori di sgretolamento dell'Eurozona durante la crisi greca, hanno l'effetto di squilibrare questa meccanica - con un picco di 190 bp nel novembre 2011.

Anche con i suoi 60 bp di oggi quindi, il valore attuale dello "spread Francia-Germania" non sconta ancora uno scenario alla Armageddon. Indica, in linea con i siti di scommesse, che i mercati danno circa al 25% la probabilità di vittoria della candidata di estrema destra.
Che cosa accadrebbe in questo caso? Senza spingerci molto in là nella fantapolitica, gli investitori fuggirebbero in massa da un debito francese color blu Marine. La Banca centrale europea riuscirebbe probabilmente a limitare l'allargamento dello spread a breve termine, ma la sua efficacia sarebbe seriamente compromessa dall'arrivo al potere di una presidente che intende farla finita con l'euro.
Anche se questo non è lo scenario più probabile, deve essere considerato nell'orientamento dei vostri fondi di investimento. A meno di un crollo brutale dei candidati estremisti, gli investitori continueranno a scrutare febbrilmente il livello del termometro di borsa fino a maggio. Tuttavia, farebbero bene a considerare che gli anticorpi e le altre difese naturali del mondo nel quale vivono sono costantemente all'opera. Scommettiamo che quando la nostra nuova realtà politica si sarà stabilita, la febbre scomparirà così come è venuta.


Approfittiamo di questi momenti per rimanere investitori di lungo termine animati unicamente dal buon senso e dalla ricerca lucida del potenziale delle società.

Didier Le Menestrel, Presidente di La Financière de l'Echiquier


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