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Editoriale
Microtasse a go-go per i consumatori
Il governo Conte bis è nato, secondo le dichiarazioni dei protagonisti, con lo scopo di bloccare le clausole di salvaguardia (aumento dell'IVA) e di ridurre le tasse. Dopo le dichiarazioni è arrivata la bozza della legge di bilancio presentata a Bruxelles, sostanzialmente basata su un fisco manettaro affascinato dai pagamenti elettronici, e tante micro-tasse su ceto medio e consumi di non facile calcolo come ricaduta. Qualcuno ha azzardato circa 5 miliardi di euro che verranno sfilati dalle tasche dei consumatori. L'esatto contrario di quello che ci vorrebbe per far ripartire il Paese. Qualche esempio. La tassa sulla plastica, un euro al kg, è peggio di un aumento IVA, perché non correlata al valore del bene tassato. E a meno di non tornare al commercio di prodotti alimentari "sfusi", peraltro in gran parte proibito per legge, non si può fare a meno degli imballaggi. Una vera e propria tassa che colpirà tutti. Ma di più le aziende, che già pagano i vari COREPLA per il riciclo. Un altro esempio, tra i tanti, è quello sulle bevande zuccherate. Qui il governo ha ammantato di salutista la tassa sulle merendine che aveva fatto ridere mezza Italia, sostituendole con le bibite edulcorate. Ma se si volesse combattere realmente l'obesità, si dovrebbe tassare ciò che ne sarebbe la causa: lo zucchero. Ecco quindi che si sceglie di colpire un settore per mera ideologia. Naturalmente, vedremo come si declinerà con i prodotti importati dai Paesi UE, perché l'idea di tassare solo chi fabbrica e dà lavoro in Italia è sempre ben presente in questo governo, sempre a caccia della Legion d'Onore.
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