Proprietà intellettuale: in Italia vale il 47% del Pil
Peserico (INDICAM): è necessario agire uniti per una maggiore tutela, coesione e collaborazione e un sistema di coinvolgimento degli operatori online più responsabilizzato
"Le imprese che investono in innovazione sono attori sempre più importanti nell'economia europea.
Il loro contributo dovrebbe essere prioritario nell'agenda di ogni Governo, per fissare nuove regole e rendere maggiormente efficaci gli strumenti di tutela oggi disponibili.
Questi non sono attualmente in grado di arginare il flusso di merci false in entrata in Europa che OCSE ha misurato in 121 miliardi solo lo scorso anno.
La proprietà intellettuale è un patrimonio di tutti e non deve rientrare nella dialettica ideologica o politica fine a sé stessa".
Mario Peserico, presidente di INDICAM, associazione di riferimento per la tutela della proprietà intellettuale con quasi 160 associati che rappresentano il 2,5% del PIL Italiano, ha aperto così i lavori del Forum INDICAM 2019, l'appuntamento annuale che fotografa la situazione italiana e gli scenari futuri della lotta alla contraffazione, del contrasto ai mercati illeciti e dei diritti di proprietà intellettuale.

Il recente Studio EUIPO (European Union Intellectual Property Office) dimostra come in Italia la proprietà Intellettuale pesi il 47% del PIL, superiore alla media Europea del 45%, con il 31,5% degli addetti totali.
"Un patrimonio da gestire e tutelare a livello italiano ed europeo - spiega Peserico - quando spesso, invece, le aziende si trovano a fronteggiare ad armi impari una molteplicità di attacchi alla loro proprietà intellettuale, per via di uno scarso coordinamento tra chi dovrebbe agire a tutela di questi asset, di regole ormai obsolete e di un dialogo con i legislatori che non parte dall'adeguata considerazione del ruolo economico di questi attori.
Il percorso che auspichiamo porti a una revisione della Direttiva eCommerce, per esempio, è sempre ostacolato dai tentativi conservatori degli intermediari online, che hanno un'evidente convenienza a mantenere lo status quo.
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