Editoriale - Oroscopo di inizio anno
Secondo quanto riportato dall'OCSE nel suo Economic Outlook, in Italia ''la ripresa sta gradualmente prendendo velocità'', e il Pil crescerà dello 0,8% nel 2015, e dell'1,4% nel 2016 e 2017. Il Jobs Act e gli sgravi per le assunzioni che ''stanno trainando la svolta del mercato del lavoro'', ''hanno portato a un rilevante aumento dei nuovi contratti a tempo indeterminato e ampliato le reti di sicurezza sociale, rendendo la crescita più inclusiva''. Il tasso di disoccupazione calerà dal 12,3% di quest'anno all'11,7% nel 2016 e 11% nel 2017''. E il debito pubblico, dopo il picco del 2015, scenderà seppur di poco.
Un Paese che finalmente vedrà crescita e ripresa? Magari!
L'Italia è nella stretta gabbia dell'euro e della sua austerità, mentre nel resto del mondo, complice l'andamento di molte economie - Cina in primis - la crescita globale subirà una brusca frenata. E per un'economia come la nostra che in questi tempi è tenuta a galla dall'export non è una buona notizia. Tenendo conto che i consumi interni sono in depressione da anni e che la tassazione non diminuirà dai suoi livelli record.
La perplessità maggiore su queste previsioni è che in anni, compresi quelli in cui a capo dei suoi economisti c'era l'attuale ministro Padoan, non ne hanno mai azzeccata una. Nei vari Economic Outlook di novembre, quello successivo doveva esser l'anno della ripresa in Italia. Ripresa che non si è mai verificata.
Che sia #lavoltabuona in cui non si sbagliano?
(Su Perotti e la spending review eravamo stati fin troppo facili profeti...)
Claudio Gandolfo
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