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18/11/2015

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Dalmasso (Satispay): abbiamo fatto la rivoluzione dei pagamenti via smartphone per PMI, esercenti e privati

Il sistema funziona come una prepagata automatica, grazie a un'applicazione alla quale puo' accedere chiunque abbia un conto corrente. Come entrare e cambiare un mercato dominato da giganti internazionali, abbattendo i costi di transazione

Fondata nel 2013 da Alberto Dalmasso, Dario Brignone e Samuele Pinta, e attiva sul mercato dall’inizio di quest’anno, Satispay è riuscita ad attrarre in poco tempo importanti investimenti non solo dall’Italia, ma anche da UK, Germania e Silicon Valley. Abbiamo incontrato Alberto Dalmasso, Ceo dell'azienda, per cercare di comprendere come una startup italiana possa portare innovazione in un mercato dominato da colossi internazionali e da nomi storici come quello dei pagamenti, sia tra privati, sia verso degli esercenti. Pagare una colazione con un bancomat o una carta di credito è sempre un problema, soprattutto nel nostro Paese, per non parlare di poter ricevere i soldi da amici in modo elettronico nel caso, per esempio, di aver anticipato il pagamento del campo di calcetto o di una cena. Com'è nata Satispay?

Satispay è nata da un'idea che è venuta nel 2012 a me (che ho studiato economia) e a Dario Brignone (che ha fatto informatica). Volevamo capire perché in un mondo in cui dallo smartphone è possibile fare di tutto - decidere il ristorante, scegliere il prossimo acquisto, trovare un indirizzo - non si riuscissero ancora a gestire i pagamenti quotidiani.

 Se ci pensiamo, il pagamento è sempre un momento di discontinuità in una giornata in cui facciamo tutto velocemente e siamo connessi; perché per tutti quei pagamenti quotidiani che siamo spesso costretti a fare in contanti, dobbiamo perdere tempo a prelevare o aspettare il resto perché le carte non sono accettate nelle transizioni inferiori a 10-20 euro. Inoltre, non possiamo usare uno smartphone per restituire i soldi a un amico che ci ha pagato una pizza o cose del genere. Una questione di processi?

Abbiamo cercato di capire perché l'innovazione non era entrata in modo prepotente nel mondo dei pagamenti e ci siamo resi conti dei limiti di alcuni sistemi attualmente disponibili sul mercato.
Il primo è che si basano tutti sul sistema delle carte di credito e debito, ne ereditano le commissioni e non sono accettate nella maggior parte dei negozianti per il loro costo. In secondo luogo, stanno nascendo molte soluzioni bancarie che funzionano solo per i clienti di alcuni istituti, mentre il mercato dell'innovazione ha dimostrato che le cose che funzionano sono quelle che possono essere usate da tutti, come WhatsApp.

Abbiamo cercato di capire come creare un sistema di pagamenti indipendente e usabile da chiunque abbia un conto corrente, a prescindere da quale sia la sua banca, e in grado di abbattere i costi delle transazioni. Le normative europee vi sono state d'aiuto?

Il caso ha voluto che in un contesto in cui l'innovazione tecnologica rende oggi tutto più realizzabile, anche la normativa in Europa ha aperto le porte dei mercati dei pagamenti a nuovi attori.
Ci ha permesso con uno semplice standard di accredito e bonifico di indirizzare qualsiasi conto corrente in Europa, consentendo ad attori anche non bancari di farsi autorizzare ed entrare nel mondo della gestione dei pagamenti, fattore che prima era riservato agli istituti di credito. In funzione di questo abbiamo quindi capito che c'era la possibilità di entrare nel mercato in modo indipendente, e abbiamo realizzato quello che è un sistema di pagamento usabile da un'applicazione alla quale puo' accedere chiunque abbia un conto corrente. Una volta iscritto al servizio si puo' inviare e ricevere pagamenti dalla propria rubrica o pagare presso qualsiasi negozio convenzionato.

Da un paio di settimane anche i negozi online e questa è una novità.

Come si è sviluppata l'azienda dall'idea ad oggi?

Dall'idea del 2012 alla costituzione dell'azienda sono passati circa otto mesi, dalla costituzione alla realizzazione del prototipo funzionante circa altri otto mesi, ma alla fine del 2013 Satispay era operativa: c'era un team, c'era una demo che mostrava il funzionamento. E da lì c'è voluto ancora un anno per essere pronti ad entrare sul mercato ed essere utilizzabili dai clienti di qualunque banca. Un processo, a riguardarlo, abbastanza veloce, ma in realtà viverlo ogni giorno è stato molto lungo e complesso, non solo per creare l'azienda, ma perchè è stato necessario creare il software. e avere i presupposti per operare in un mercato regolamentato come quello dei pagamenti e quello bancario.
Ad oggi, che sono passati ormai quasi tre anni da quando abbiamo avuto l'idea, l'azienda conta trenta persone, impiegate a tempo pieno, il prodotto è attivo sul mercato dall'inizio di quest'anno e conta più di 30.000 download per i consumatori e più di 800 aziende che accettano i nostri pagamenti.




Cosa deve fare un'azienda, una PMI, un professionista o un negoziante per accettare i pagamenti con Satispay?

La cosa positiva per le aziende è che hanno un modo semplice per aderire, nel senso che è sufficiente andare sul nostro sito, sulla parte "esercenti" e inserire i dati della propria società, indipendentemente dalla forma. A questo punto poi vengono verificati i dati e si riceve il contratto da siglare per accettare pagamenti. Dal punto di vista tecnologico è sufficiente avere un dispositivo mobile (tablet o smartphone) su cui installare l'applicazione dedicata agli esercenti. Da quel momento chiunque abbia l'applicazione Satispay può iniziare a pagare. Il vantaggio importante è che, non essendoci costi di attivazione del servizo e canoni mensili, aderire a Satispay diciamo che non è oneroso. C'è un costo solo se viene usato, ma è molto basso: solo di 20 centesimi a transazione per gli incassi superiori a 10 euro. Nessun tipo di costo o commessione per gli incassi inferiori ai 10 euro. Esiste una geolocalizzazione dei punti vendita che hanno abilitato Satispay?

Si', apro la mia applicazione e guardo - per esempio - quale bar intorno a me accetta i pagamenti e quindi posso consumare e pagare direttente dal telefono.


Digito la cifra sul telefono, il barista vede arrivare la transazione e mi stampa lo scontrino. Il pagamento del caffè non prevede un costo e quindi è vantaggioso per l'esercente, ma il guadagno è esattamente come i contanti.

Quali sono le difficoltà che avete incontrato in un mercato in cui gli operatori sono storici?

La lotta contro i grandi nomi c'è stata all'inizio nel convincere partner e investitori del fatto che un'azienda partita da un paio di ragazzi potesse entrare in un contesto di mercato in cui gli attuali protagonisti sono dei colossi. Però è stato facile convincerli che con l'attuale evoluzione tecnologica e normative, nuove piattaforme possono entare in questo mercato, proprio perché essendo dominato da operatori giganteschi è molto lento ad evolvere. Realtà agili possono entrare e conquistare quote di mercato importanti.
Al momento di vere e proprie battaglie non ne abbiamo avute, perché c'è il vantaggio che all'inizio sei piccolo e poco considerato. Anzi, spesso trovi qualcuno che ha voglia di aiutarti crescere, e accelleri molto e quando - come adesso - Satispay inizia a essere rilevante, qualche gigante cerca di rallentarti.


Pero' essendo Statispay nata nel solco della nuova direttiva europa sui pagamenti, c'è poco da fare, nel senso che esistiamo perché il regolatore europeo voleva che nascessero realtà come la nostra.

Come vi vedete nei prossimi anni?

Nel medio termine, tra almeno tre anni, ci vediamo come protagonisti di un'industria non solo dei pagamenti ma anche bancaria, che sarà completamente rivoluzionata, con nuovi attori che la faranno da padrone in mercati che fino ad oggi sono stati di fatto presidiati solo da banche di grandi circuiti internazionali.
Cambieranno molte cose le abitudini dei consumatori e degli esercenti soprattutto, e noi ci vediamo come una pedina fondamentale proprio perché abbiamo fatto della gestione dei pagamenti un modello efficiente. E il nostro fattore distintivo è proprio quello.  


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