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10/12/2025

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Retribuzioni in Italia a +3,2% nel 2025 e nel 2026. Ma pesa l'inflazione e il gender pay gap

Cesarini (WTW): occorre porre ulteriore attenzione al mancato recupero del potere d'acquisto per i dipendenti, per via dell'inflazione degli anni passati

L'aumento medio degli stipendi in Italia previsto per il 2025 si attesta al +3,2%. Tuttavia, considerando un tasso di inflazione stimato all'1%, la crescita reale per i lavoratori italiani è pari al +2,2%. Questo dato risulta leggermente inferiore alle aspettative dell'anno precedente, che prevedevano una crescita mediana del +3,5% per il 2025.
Questi risultati emergono dall'ultima ricerca sulle dinamiche retributive condotta da WTW, società specializzata in consulenza aziendale. L'indagine è stata presentata in occasione dell'Osservatorio 2025 e ha coinvolto un campione significativo di 793 aziende, analizzando 496mila osservazioni individuali. Edoardo Cesarini, Amministratore Delegato di WTW, ha sottolineato come la dinamica retributiva, pur essendo positiva negli ultimi due anni, non sia stata sufficiente a recuperare il potere d'acquisto eroso dall'inflazione degli anni passati. "Negli ultimi due anni abbiamo registrato una dinamica positiva legata alle retribuzioni, seppur non sufficiente a recuperare la perdita del passato", ha affermato Cesarini.

Dinamica retributiva per categorie professionali

L'analisi della retribuzione fissa, nota come Total Guaranteed Compensation, mostra un incremento significativo e non cumulato, superiore al 4% in media (+4,9%) per tutte le categorie contrattuali. L'aumento più marcato è stato registrato per i Dirigenti (+17,2%) e i Quadri (+15%). Anche per gli Impiegati e gli Operai l'incremento è notevole (+11,8%).
Se si considera la retribuzione totale annua effettiva (Actual Total Annual Compensation), che include componenti variabili come i bonus, l'aumento medio complessivo si attesta al +5,4%, in crescita rispetto al +5,1% registrato nel 2024. La maggior parte degli aumenti di retribuzione fissa concessi nel 2025 si concentra nella fascia compresa tra il 3 e il 5%. È stato rilevato, inoltre, che circa una persona su sei ha beneficiato di un aumento pari o superiore al 10%, mentre un terzo dei lavoratori ha avuto un incremento nullo o inferiore al 3%.

Aumenti per settore e famiglia professionale

Negli ultimi dodici mesi, il settore dei Financial Services ha fatto registrare gli incrementi maggiori sulla componente fissa della retribuzione, con un aumento del +5,7%. All'opposto, il comparto Pharma ha registrato la crescita più contenuta, pari al +4,4%.
Per quanto riguarda le famiglie professionali, spiccano gli aumenti per le figure del Marketing (+5,2%) e per il settore ICT (+4,3%) sulla retribuzione fissa.

Il Gender Pay Gap e l'equità salariale


Sebbene la dinamica della retribuzione fissa tra il 2023 e il 2024 sia risultata leggermente più favorevole alle donne (+5,1% contro il +4,8% per gli uomini), il divario retributivo di genere (Gender Pay Gap) ha continuato ad ampliarsi. Nel 2025, il Gender Pay Gap ha raggiunto i 15,4 punti, in aumento di 0,2 punti rispetto all'anno precedente (15,2 punti).

La ricerca WTW conferma che questo divario cresce parallelamente all'aumentare del livello di inquadramento:

- Dirigenti (12%). - Quadri (7,2%). - Impiegati (5,8%). - Operai (4,4%). A parità di complessità del ruolo, il divario si attesta al 3,7% nel 2025, in calo rispetto al 4,5% del 2024. La qualifica contrattuale è comunque identificata come uno dei fattori principali che influenzano maggiormente il Gender Pay Gap.
Secondo l'analisi di WTW, la presenza femminile nelle posizioni apicali resta limitata: circa un Dirigente su cinque è donna, mentre la proporzione sale a circa un Quadro su tre. Inoltre, meno del 15% delle aziende italiane presenta una forza lavoro con presenza femminile almeno pari a quella maschile. Solo il 16% delle donne rientra nella popolazione Top Executive.


I settori con i livelli di Gender Pay Gap più elevati sono i Financial Services (oltre 25%), il Leisure (quasi 20%) e i Business Services (18%). Al contrario, i divari sono inferiori nel settore Natural Resources (meno del 10%), Transportation (meno del 10%) e Consumer Goods (9%).

Prospettive future per l'Italia e l'Europa


Per il 2026, WTW prevede che in Italia la crescita mediana delle retribuzioni rimarrà stabile al 3,2%. Tuttavia, a causa di un'inflazione attesa più alta (1,8%), la crescita reale scenderà all'1,4%, risultando inferiore a quella del 2025.


A livello europeo, le dinamiche retributive per il 2026 appaiono omogenee. In Francia, la crescita mediana prevista è del 3,3%, con un aumento reale dell'1,5% (inflazione 1,8%). La Germania registrerà una crescita mediana del 3,5% e una crescita reale dell'1,7% (inflazione 1,8%), nonostante la crisi economica in corso. Il Regno Unito avrà la crescita reale più bassa (+1,2%), a fronte di una crescita mediana del 3,6% e un'inflazione al 2,4%.
Cesarini ha infine evidenziato l'alta dinamicità del mercato del lavoro italiano, con un tasso di turnover che per il quarto anno consecutivo ha superato il 10%. Questo fenomeno incide direttamente sui budget retributivi aziendali, soprattutto per l'attraction e la retention di figure altamente specializzate. L'Amministratore Delegato di WTW ha ribadito l'importanza per le aziende, in particolare quelle piccole, di prepararsi all'entrata in vigore nel 2027 della EU Pay Transparency Directive, che imporrà la trasparenza retributiva. "Ci auguriamo possa comportare meno differenze di genere e una maggiore equità salariale", ha concluso Cesarini.


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