L'empatia è la chiave: 8 su 10 lasciano il lavoro per una leadership debole | BusinessCommunity.it
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10/12/2025

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L'empatia è la chiave: 8 su 10 lasciano il lavoro per una leadership debole

Brené Brown: più ancora di altre funzioni aziendali, l'HR può essere strategica perché siamo, prima di tutto, esseri umani al lavoro

Otto persone su dieci si dichiarano pronte ad abbandonare il proprio posto di lavoro se la leadership aziendale manifesta una scarsa empatia. Questo dato, emerso da un'indagine condotta da GoodHire su oltre tremila lavoratori negli Stati Uniti, evidenzia come l'intelligenza emotiva sia diventata una competenza essenziale per chi è chiamato a coordinare i team.
La maggioranza dei lavoratori coinvolti nella ricerca ha espresso insoddisfazione principalmente per la poca frequenza degli incontri con chi supervisiona l'attività (63%) e per l'eccessivo volume di comunicazioni digitali o virtuali (62%). In termini di soddisfazione settoriale, i livelli più elevati si riscontrano nel settore dell'ospitalità (80%), mentre i punteggi più bassi appartengono al settore immobiliare (55%) e alle professioni legali (56%).

In modo trasversale, i comportamenti meno apprezzati includono il micro-management e le aspettative di produttività che si estendono oltre l'orario lavorativo. Al contrario, le qualità maggiormente desiderate dai dipendenti sono l'onestà e l'autenticità. Tuttavia, queste caratteristiche risultano poco diffuse nella percezione comune: soltanto tre persone su dieci (32%) ritengono che i loro coordinatori abbiano un interesse genuino per la loro crescita professionale.

La trasparenza sulle opportunità di avanzamento è percepita solo dal 39% degli intervistati, e poco più di quattro su dieci (44%) riscontrano chiarezza e apertura nelle conversazioni relative a stipendio e retribuzione. Questi numeri suggeriscono quanto la leadership empatica sia oggi un fattore strategico per l'evoluzione e lo sviluppo delle organizzazioni moderne.
«Oggi chi guida un team deve saper coltivare relazioni autentiche», ha spiegato Debora Moretti, Co-CEO di Zeta Service, realtà italiana leader nella consulenza HR e payroll. La dirigente ha specificato che la leadership non si misura più soltanto dalle decisioni operative, ma soprattutto «dalla qualità delle connessioni che si riescono a generare». Capacità di ascolto, sensibilità verso le altre persone e disponibilità al dialogo sono ormai considerate competenze fondamentali.

In un contesto professionale caratterizzato da rapidi cambiamenti culturali, la condivisione di esperienze è indispensabile. Questo è l'obiettivo centrale dell'HR Executive Club promosso da Zeta Service: un network riservato ai direttori HR italiani orientato a consolidare una cultura delle Risorse Umane aggiornata sui temi più attuali, compreso l'impatto dell'intelligenza artificiale (AI) sul lavoro.
L'iniziativa, lanciata nel maggio 2025, ha già raggiunto 200 presenze e ha organizzato 13 round table tematiche sul territorio nazionale, ottenendo il 100% di soddisfazione da parte dei partecipanti. Nell'incontro più recente, ospitato nell'ambito del World Business Forum (WOBI) di Milano, il Club ha invitato in via esclusiva Brené Brown, ricercatrice e autrice nota per i suoi studi sul coraggio, l'empatia e la leadership autentica.

«Abbiamo fortemente voluto Brené Brown perché la sua visione riflette pienamente quella di Zeta Service: mostrarsi persone vulnerabili non significa essere fragili, ma avere il coraggio di mettersi in gioco», ha affermato Moretti. La ricercatrice ha inoltre analizzato la dinamica del potere, spiegando che questo non è intrinsecamente positivo o negativo, ma dipende interamente da come viene esercitato.
Brené Brown ha delineato due visioni opposte: la prima vede il potere come una risorsa finita che, se condivisa, diminuirà. Questo approccio è ritenuto pericoloso poiché incentiva le persone a operare nella paura. La seconda visione, invece, sostiene che il potere «cresce quando si condivide». È in questo contesto che le Risorse Umane svolgono un ruolo centrale e strategico. «Mi piacerebbe vedere sempre più attenzione alla cura delle persone e alla costruzione di sistemi equi, coinvolgendole nella strategia aziendale», ha auspicato Brown, ribadendo che "la funzione HR è cruciale perché i dipendenti sono, prima di tutto, esseri umani al lavoro".


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