l'AI rivoluziona l'HR: l'Italia si prepara a un futuro del lavoro centrato sull'uomo | BusinessCommunity.it
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05/11/2025

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l'AI rivoluziona l'HR: l'Italia si prepara a un futuro del lavoro centrato sull'uomo

Gallo (HRC): la sfida dell'HR e dei manager è culturale. Formare persone e leader per comprenderla e usarla, non subirla, trasformando paura e resistenza in opportunità di crescita

L'Italia, seconda potenza manifatturiera europea, si trova di fronte a una transizione strategica: integrare l'Intelligenza Artificiale (AI) e la digitalizzazione. L'obiettivo è valorizzare il capitale umano e diffondere l'innovazione ben oltre le metropoli. Un recente studio condotto dall'Osservatorio Luiss Business School in collaborazione con HRC rivela un'accelerazione significativa in questo percorso.
I risultati della ricerca "Processi di AI e impatti HR", presentati da Giuseppe F. Italiano, Prorettore all'Intelligenza Artificiale e alle Digital Skills della Luiss Guido Carli, e da Stefano Za, Professore di Organizzazione Aziendale e Sistemi Informativi presso l'Università di Chieti-Pescara e Adjunct Professor alla Luiss Guido Carli, indicano una svolta. La percentuale di leader delle Risorse Umane (HR) che hanno avviato o pianificato progetti di GenAI è passata dal 19% nel 2023 al 61% previsto per il 2025. Questo dato segnala una crescente maturità digitale nel settore.

L'AI è spesso vista come una minaccia per l'occupazione, ma la ricerca la posiziona come un alleato strategico. Può migliorare l'efficienza, l'accuratezza e la produttività aziendale. Le prime sperimentazioni, sebbene verticali, dimostrano già benefici concreti, riducendo gli errori e accelerando i processi decisionali. La vera sfida, tuttavia, è culturale: passare da un modello "AI per HR" a un "HR per AI", dove le risorse umane guidano la trasformazione con un approccio etico e centrato sulle persone.
Come ha sottolineato Marco Gallo, Managing Director di HRC Community: "L'intelligenza artificiale può rendere le aziende più efficienti, ma solo se resta al servizio dell'intelligenza umana. La sfida non è sostituire, ma potenziare la mente e la sensibilità delle persone". Gallo ha aggiunto: "L'Ai deve essere guidata dall'essere umano, così da diventare un alleato capace di amplificare il valore dell'uomo - la sua intelligenza, la sua creatività, la sua capacità relazionale - e non un sostituto. In questo senso, la sfida dell'hr e dei manager è culturale: formare persone e leader per comprenderla e usarla, non subirla, trasformando paura e resistenza in opportunità di crescita".

L'Osservatorio evidenzia la persistenza di forti divari generazionali nell'approccio all'AI. I millennial (35-44 anni) sono la fascia più aperta, con il 90% che la utilizza e il 76% che condivide suggerimenti o feedback. La fiducia nella tecnologia diminuisce nelle generazioni più anziane. Per superare queste disparità, lo studio raccomanda di estendere la formazione a tutti i livelli, promuovendo una cultura di fiducia verso la tecnologia e la sua integrazione nei processi aziendali. L'adozione dell'AI deve rispondere a bisogni reali, partendo da obiettivi strategici e dal valore per le persone, per costruire un modello sostenibile e responsabile.

Le funzioni HR che stanno beneficiando maggiormente dell'AI generativa (GenAI) includono:

- Recruiting & Talent Acquisition, per ridurre i bias e ampliare i canali di selezione;

- Learning & Development, per creare percorsi formativi personalizzati e aggiornabili in tempo reale;

- Performance & Career Development, con valutazioni più oggettive e coerenti con la strategia;

- People Analytics, per anticipare rischi come il turnover o l'assenteismo attraverso modelli predittivi;

- Employee Engagement, per monitorare il clima organizzativo e rafforzare la componente umana della relazione lavorativa.


Giuseppe F. Italiano, che ha coordinato l'attività dell'Osservatorio Luiss Business School per HRC, ha dichiarato: "L'errore più grande per le Risorse Umane non è adottare troppo presto l'intelligenza artificiale, ma arrivarci senza una visione. Solo chi studia oggi l'impatto dell'AI su persone, competenze e cultura aziendale potrà guidare la trasformazione invece di subirla".
Future @Work "Non dire domani", l'appuntamento organizzato da HRC Community in collaborazione con Luiss Business School,  ha presentato lo studio e durante il panel "Il decennio dei (tecno)-miliardari", curato da Roberto Paura, Presidente dell'Italian Institute for the Future, è stato discusso il rovescio della medaglia della transizione tecnologica. Nel 2024 i miliardari a livello globale sono saliti a 2.781, con patrimoni aumentati di oltre 2.000 miliardi di dollari. Parallelamente, il 44% degli europei non possiede competenze digitali di base, secondo il Digital Inclusion Index 2025. Il Baker Institute stima che l'automazione, pur non distruggendo posti di lavoro, possa ridurre i salari fino al 50% per i lavoratori meno qualificati, ampliando le disuguaglianze economiche.


I dati presentati da Nicola Neri, CEO di Ipsos Italia, hanno riportato l'attenzione sul benessere dei lavoratori. Il 32% degli italiani considera il proprio lavoro fonte di stress; il 44% si sente sotto pressione costante; l'84% valuta più importante l'equilibrio vita-lavoro rispetto alla carriera; l'80% chiede un rinnovato senso di comunità e collaborazione. Questi numeri confermano che la tecnologia, da sola, non è sufficiente; sono necessari fiducia, senso di appartenenza e una leadership orientata all'essere umano.
Nella giornata, Giordano Fatali, President & Founder di HRC Group, CEOforLIFE e Taskforce Italia, ha dialogato con Gabriele Fava, Presidente dell'INPS, intervistati da Janina Landau di Class CNBC. La discussione si è concentrata su come le politiche del lavoro e gli investimenti pubblici possano supportare una transizione digitale equa e inclusiva.


Gabriele Fava, presidente INPS, ha affermato: "L'intelligenza artificiale non è il domani: è già nel cuore dell'amministrazione. All'INPS non la annunciamo, la applichiamo: 69 progetti attivi, 52 in esecuzione, 29 in produzione tra chatbot, assistenti virtuali, automazione e analisi predittiva. L'obiettivo è chiaro: tempi più rapidi, bisogni anticipati, risposte migliori. L'IA non sostituisce le persone: ne moltiplica l'efficacia e spinge un cambio di cultura nella Pubblica Amministrazione". Fava ha proseguito: "I giovani sono il baricentro della nostra strategia: non una nicchia, ma la leva del futuro produttivo. Non esiste welfare sostenibile senza lavoro giovanile di qualità. L'IA serve a questo: individuare prima i bisogni, semplificare l'accesso ai diritti, allineare formazione e occupazione. La direzione è netta: più servizi digitali, più competenze, più trasparenza sui risultati. Tecnologia dove serve, persone sempre al centro".


Giordano Fatali (President & Founder HRC Group, CEOforLIFE e Taskforce Italia)  ha ricordato il celebre detto di Massimo D'Azeglio: "Fatta l'Italia, bisogna fare gli italiani", per sottolineare l'importanza della collaborazione. Ha evidenziato: "La formula Task Force Italia è semplice: sommando competenze e collaborazione, il risultato non può essere che lo sviluppo. Crediamo fermamente che il Paese possa svilupparsi solo unendo le migliori competenze e collaborando, poiché è proprio questo ciò che storicamente manca all'Italia: mettere le competenze giuste al posto giusto e farle collaborare efficacemente".


L'evento Future @Work ha ribadito la missione di HRC Community e Luiss Business School: creare spazi di confronto tra accademia, imprese e istituzioni. L'obiettivo è costruire un futuro del lavoro che sia umano-centrico, dove tecnologia e persone possano evolvere in simbiosi. La giornata ha riunito oltre 100 HR Director di aziende italiane e internazionali, offrendo momenti di discussione su politiche, formazione e gli impatti organizzativi dell'AI.

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