Filiera del pomodoro: 2022 con un calo del 10% annata più difficile di sempre
Marco Serafini (Anicav): è necessario che il nostro comparto, che rappresenta un'eccellenza dell'industria agroalimentare italiana, assuma una posizione strategica nelle politiche di sviluppo di settore e faccia sentire in maniera incisiva la propria voce
I risultati di una campagna condotta all'insegna delle difficoltà e dei rincari e una serie di proposte di intervento a tutela dell'intera filiera da sottoporre all'attenzione del governo appena insediato.
Sono questi i principali temi affrontati durante l'Assemblea Pubblica di ANICAV, la più grande associazione di rappresentanza delle imprese di trasformazione del pomodoro al mondo, tenutasi a Parma nel corso dell'annuale appuntamento Il Filo Rosso del Pomodoro, giunto alla sua decima edizione.

"Strategie competitive a sostegno di una filiera da primato è il tema scelto come filo conduttore di questa giornata", ha dichiarato Marco Serafini, Presidente di ANICAV. "È necessario che il nostro comparto, che rappresenta, per qualità e dimensioni, un'eccellenza dell'industria agroalimentare italiana, assuma una posizione strategica nelle politiche di sviluppo di settore e faccia sentire in maniera incisiva la propria voce.
Per questo abbiamo ritenuto indispensabile definire un'agenda programmatica, da condividere con tutte le anime della filiera, dal mondo agricolo alla distribuzione, e da sottoporre al nuovo Governo.
Andranno evidenziate le criticità del settore e le soluzioni per superarle con l'obiettivo di salvaguardare e rilanciare una filiera ?da primato' che, da sempre, rappresenta nel mondo l'emblema del food Made in Italy".
La campagna 2022 in numeri
Nella campagna di trasformazione appena conclusa in Italia sono state trasformate circa 5,5 milioni di tonnellate di pomodoro, con una riduzione del 10% rispetto ai risultati record dello scorso anno.

Un dato che, sostanzialmente, riflette quello relativo agli ettari investiti pari a 65.180 ( -8,5% rispetto al 2021), di cui 37.024 al Nord e 28.156 al Centro Sud.
In particolare, nel Bacino Centro Sud le aziende hanno trasformato 2,59 milioni di tonnellate - con un decremento del 12% rispetto al 2021 - mentre in quello del Nord il trasformato finale è stato di 2.89 milioni di tonnellate (-6.3% rispetto allo scorso anno).
Buone le rese agricole in entrambi i bacini produttivi, nonostante la siccità nel bacino Nord e le alte temperature che hanno causato non poche difficoltà soprattutto nella parte iniziale della raccolta.