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07/09/2022

leisure

Phyrtual è più importante del concetto di Metaverso

Non è solo una questione di spazio e di movimento, è una questione di come gestiamo il fisico e il digitale

Qualche tempo fa la discussione sul futuro del digitale passava da una parola, OnLife, portata alla luce da Luciano Floridi.
Un bel concetto, che prende spunto dall'integrazione dell'online e dell'offline, essere o non essere connessi.
Il Metaverso e l'attenzione che ha attirato intorno a sé ha messo in evidenza come il digitale stia andando alla conquista dello spazio fisico, entrandoci attraverso la realtà aumentata, o portando noi al suo interno con la realtà virtuale.
Nessuno di tutti questi elementi rappresenta una novità: offline ci ha accompagnato per migliaia di anni, l'online è un'abitudine consolidata, ma la spazialità è recente, ma non recentissima.
Eppure, come esseri umani viviamo immersi in uno spazio, guardiamo le cose dalla nostra prospettiva, amiamo girare intorno alle cose e siamo così curiosi che spesso vogliamo comprenderle e capirle.
Il Phygital, quindi, non è qualcosa di astratto, ma diventa una vera e propria estensione, però se incontra lo spazio e interagisce con il reale diventa Phyrtual.


Il mix tra fisico e digitale rappresenta la miglior espressione per rappresentare la realtà, ricostruirla o inventarne una alternativa.
I digital twins, copie digitali di oggetti reali, hanno un senso per tante cose, ma soprattutto per comprendere come queste cose funzionano o come sono fatte.
Se vogliamo comprare un divano, sfogliamo prima il catalogo online, se è possibile attraverso lo smartphone lo inseriamo nella nostra stanza a dimensione reale e vediamo come sta il colore, ma poi per scegliere il tessuto dobbiamo andare in negozio per toccarlo con mano e avere la sensazione reale.
Questo è Phygital.
Ma pensiamo alla possibilità di avere dei laboratori nelle scuole che possono sfruttare questa opportunità, quindi creare laboratori infiniti, in sicurezza, senza dover reperire il materiale, pulire e sistemare.


Questo è Phygital.
Molti marchi di cosmetici mettono a disposizione dei clienti sistemi in realtà aumentata che simulano i colori del rossetti.
Questo è Phygital.
Se oggi vogliamo acquistare un capannone o una casa di pregio, non ci si reca sul luogo se non prima si è fatta una visita virtuale al suo interno, con una ricostruzione fedele degli spazi e, nel caso sia interessante, di procede alla visita fisica.
Questo è Phygital.
Sarebbe facile parlare dei vantaggi del digitale che si appropria dello spazio, ma in realtà i due vantaggi, quello economico e della sostenibilità ambientale basterebbero per illustrare un futuro radioso al Phygital.
Ce ne sono ovviamente altri, ma quello più importante è che per noi lo spazio è qualcosa che ci appartiene e in cui viviamo, fa parte delle cose naturali spostarci o parlare, mentre è innaturale uno schermo, una tastiera e un mouse, piuttosto che un tap sullo smartphone.
La voce in parte è già arrivata sui dispositivi, anche se molto c'è ancora da fare, ma sarà lo spazio la prossima frontiera.



Poi chiamatelo Metaverso o come volete, non conta, la chiave è la naturalezza con cui passeremo dal fisico al virtuale e le cose potranno "intercambiarsi" e influenzarsi.
Quello sarà il Phyrtual.
Ci vorrà tempo, ma se ci pensate, è qualcosa di reale: schiaccio un tasto sul telefono e accendo il riscaldamento/aria condizionata a casa. Se invece di farlo su uno schermo lo facciamo in un Metaverso, in uno spazio che mostra la casa e ci fornisce la sensazione di come si sta, come il sole che batte, le finestre aperte o chiuse e via di seguito, possiamo prendere decisioni migliori che non solo la lettura della temperatura.
Sarà un cambio di paradigma.

 


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