Commercio internazionale in crescita nel 2022 nonostante guerra e inflazione
Carlo Ferro (ICE Agenzia): transizione digitale, energie rinnovabili e innovazione sostenibile i settori chiave della nostra ripresa. Offrire e promuovere prodotti di eccellenza è la soluzione di mercato in cui le nostre aziende eccellono
Nel 2022 la crescita del commercio mondiale a prezzi costanti è prevista al 2,1%, inferiore al 5.6% previsto nello scenario precedente l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia.
È quanto emerge dal "XIX Rapporto: Evoluzione del commercio con l'estero per aree e settori" realizzato da ICE Agenzia in collaborazione con Prometeia.

La produzione e il commercio internazionali - si legge nel rapporto - hanno pienamente recuperato nel 2021 e i flussi del commercio internazionale hanno superato i livelli pre-Covid, per quanto l'impatto della pandemia e la successiva ripresa siano stati diversi tra settori e Paesi, con l'Italia tra i Paesi più performanti.
Il 2022 ha poi posto una nuova sfida per l'economia globale, un conflitto che mette a repentaglio prima di tutto vite umane, ma anche crescita ed equilibri geopolitici di medio termine.
A questo è attribuibile il rallentamento delle stime di crescita in volume delle importazioni nel mondo.
Le prospettive misurate, invece, a prezzi correnti stimano in euro per l'anno in corso una crescita degli scambi di oltre 15 punti, collegato al forte aumento dei prezzi delle materie prime avviatosi nel corso del 2021 e ulteriormente aggravato dal conflitto in corso.

È un ulteriore punto di attenzione dello scenario per l'impatto negativo su inflazione e fluidità delle filiere produttive.
Un trend, quello della crescita dell'inflazione mondiale, che è previsto restare alla base dello scenario per tutto il biennio di previsione.
Anche per questa pressione dal lato dei prezzi dei fattori e del costo del capitale, che sacrificano i piani di investimenti delle imprese, il quadro di previsione rimane orientato alla prudenza anche per il 2023.