Chi dopo il Capo?
E' sempre difficile decidere chi sarà il prossimo a comandare, che si tratti di un'azienda o una nazione, in democrazia, in tirannide e anche in oligarchia. Un problema che riguarda anche la successione nelle PMI
Le imprese come una nazione, il CEO come un primo ministro, un imperatore, un dittatore (di Fantozziana memoria)?
L'accostamento può essere ardito ma a pensarci bene presenta molti più punti di contatto di quanto si creda.
Anche perché, traslando, le dinamiche di un Senato Romano, di un Conclave o di un Parlamento non sembrano poi molto diverse da quelle di un CdA (basti pensare, al momento a quelli di Telecom e Generali).
Il capo e la sua corrente, il capo e i suoi adepti che tutto sono disposti a fare pur di perseguire l'obiettivo di perseverare nel comando e nel concorrere ad identificare il proprio sostituto.

E' quanto mai attuale e d'interesse per tutti gli HR, per le famiglie che si trovano ad affrontare il dilemma "Chi dopo di me" e per gli aspiranti executive-search, il recente scritto di Alfonso Celotto, "L'enigma della successione.
Ascesa e declino del capo da Diocleziano a Enrico de Nicola", edito da Feltrinelli.
L'Autore, Docente di diritto costituzionale e diritto pubblico alla Sapienza, parte da un semplice assunto: decidere chi comanda è sempre stato difficile.
In democrazia, in tirannide e anche in oligarchia, come ci hanno insegnato Socrate, Platone e Aristotele.
Ma forse è ancora più difficile decidere chi è il successore del Capo.
Perché il Capo uscente vuole restare il più a lungo possibile o comunque influenzare in qualche modo la scelta di chi verrà dopo di lui.