Virus e trattamento dei dati personali dei dipendenti: è cambiato qualcosa?
Di Maria (Ayming): è inevitabile constatare che la conformità alla Privacy, che già prevede un aggiornamento e verifica periodici di tutte le attività svolte, debba oggi includere anche nuove procedure
Sono numerose le ripercussioni che questa emergenza sanitaria ha avuto sul mondo del lavoro.
È molto probabile che questi repentini cambiamenti ci accompagneranno ancora per un lungo periodo, modificando in via definitiva le nostre abitudini di approccio al lavoro.
Le indicazioni normative che si sono susseguite in questi mesi hanno dovuto garantire la salute andando a contemperare svariati interessi in atto; se da una parte, infatti, è di primaria importanza l'incolumità dei cittadini da rischi di contagio, gli stessi hanno altresì diritto alla tutela della propria privacy.

Così il Garante, in piena emergenza, ha rassicurato sulla proporzionalità e temporaneità delle misure a tutela del rispetto dei cittadini: erano i mesi nei quali si discuteva il tracciamento delle persone mediante i dispositivi GPS, a scopo sia identificativo che successivamente sanzionatorio.
Uno scenario che non si è realizzato, ma che ha scaturito riflessioni profonde.
Il trattamento dei dati personali ha assunto un'importanza sempre più cruciale per gli Stati, e anche il mondo lavorativo ha dovuto adattarsi ad importanti modifiche, sia in termini di procedure che di modalità organizzative.
Così come indossare la mascherina e rilevare la temperatura per accedere a qualsiasi esercizio commerciale è diventata la normalità , anche le aziende si devono adattare a questo nuovo standard.
Niente di nuovo per le attività che non si sono mai interrotte e che hanno dovuto confrontarsi da subito con distanziamento sociale, equipaggiamenti idonei per la protezione e verifica delle condizioni di salute dei propri lavoratori e di tutti coloro che transitavano dagli edifici aziendali.