La quarantena in Lombardia e Veneto, unitamente al crollo dei consumi interni e dei flussi di turisti sta causando danni enormi all'economia. Giusto ripartire o meglio aspettare che l'epidemia sia passata?
"Quando c'è la salute c'è tutto", recitava un antico adagio. Me sempre dai tempi andati arriva che "il lavoro nobilita l'uomo". Il coronavirus ci costringe in modo anche urticante a metter in qualche modo in competizione lavoro e salute.
NCOVID-19 si combatte efficacemente - in mancanza di vaccino - solo con l'isolamento o la quarantena. L'unico modo per non far circolare il virus è quello di non trasmetterlo. Per altro è molto infettivo, ma per fortuna non proprio letale.
Chiudere totalmente le attività di città come Milano o regioni come Lombardia o Veneto, che rappresentano una quota di Pil irrinunciabile per il Paese, sarebbe la cosa giusta da fare dal punto di vista sanitario, ma allo stesso tempo rappresenta un suicidio per la nostra economia.

Ecco quindi che siamo davanti a un caso in cui una scelta penalizza l'altra. Se si sceglie la salute pubblica si distrugge l'economia, se si privilegia il mondo delle attività si rischia una pandemia.
E' qui che entra in gioco la politica: ascoltare la scienza o l'economia?
Lo Stato ha il dovere di tutelare la salute dei cittadini, ma allo stesso tempo di garantire loro servizi e opportunità alla libera impresa.
Leggiamo di sindaci che mal sopportano le indicazioni delle Regioni. Aziende che riaprono o che vorrebbero ripartire subito. Cittadini che dopo aver saccheggiato i supermercati adesso vorrebbero che si dichiarasse il "liberi tutti" e poter andare in palestra e discoteca.
Ma la realtà è molto diversa e i soliti numeri indicano che gli esperti epidemiologi si aspettano un picco di infezioni nei prossimi giorni o nelle prossime settimane. Gli ospedali al nord sono pieni e ormai scarseggiano i posti di terapia intensiva.
BusinessCommunity.it - Supplemento a G.C. e t. - Reg. Trib. Milano n. 431 del 19/7/97
Dir. Responsabile Gigi Beltrame - Dir. Editoriale Claudio Gandolfo