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17/12/2025

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La storia magica di Nifo Sarrapocchiello - Vinitor Sapiens

Nifo Sarrapochiello (Azienda vitivinicola Nifo Sarrapochiello): la cantina campana unisce agricoltura biologica e passione per la storia Sannita, come mostrano le etichette Pontius e Fluusa, valorizzando il territorio locale

Raramente, forse mai primo d'oggi, mi sono imbattuto in una storia di viticultura così magica da mettere in soggezione chi l'ascolti. Un sapiente mix di storia, territorio, cultura vera del vino, fatta di fatica, caparbietà e misteriose alchimie che si traducono in bottiglie rare. Stiamo parlando dell'Azienda vitivinicola Nifo Sarrapochiello, radicata nel territorio campano da ben tre generazioni, sita a Ponte, piccolo centro del Sannio, luogo ameno, già esistente in epoca romana, che deve il suo nome alla presenza di un imponente "pontem lapideum" sul quale passava la Via Latina che congiungeva Roma a Benevento e grazie alla quale i romani si rifornivano di vino ed uve di prima qualità. Il padre di Lorenzo, emigrato per motivi di lavoro in Canada, mantenne fissa l'idea di tornare e di allargare la coltivazione di vigne acquisendo piccoli appezzamenti confinanti grazie ai risparmi di quando era all'estero. E così è stato.

Vignaiolo per passione ed eredità culturale, Lorenzo Nifo Sarrapochiello ha deciso di coniugare rispetto per la tradizione ed innovazione scientifica, al fine di garantire all'Azienda gli alti livelli qualitativi da sempre perseguiti. Entrato in azienda negli anni '90, con studi di agraria alle spalle, prima si dedica all'apprendimento e solo nel 2000 escono i prodotti venduti con propria etichetta. Dal 1998, infatti, le uve Nifo Sarrapochiello vengono coltivate e trattate con il metodo dell'agricoltura biologica (organismo di controllo Bioagricert).
L'Azienda Nifo Sarrapochiello, 25 ettari di vigneti ed oliveti che si estendono tra 200 e 450 metri sul livello del mare, è situata alle radici del Monte Pèntime, nel cuore dell'area di produzione della denominazione di origine controllata e garantita Aglianico del Taburno DOCG e denominazione di origine protetta del Sannio DOP. Territorio d'elezione per la coltivazione della Falanghina, ad altitudini più basse e per la Bacca Rossa più in alto.

"Complessivamente produciamo 11 etichette, di cui 3 sono grappe, per complessive circa 130-140mila bottiglie l'anno. Di queste il 70% sono bianchi, Greco, Fiano, Falanghina. Il rimanente è fatto con neri a base di Aglianico, quindi vini strutturati. Teniamo molto alla qualità e alla salvaguardia di un territorio molto ricco. Dopo una vendemmia rigorosamente manuale, le uve sono trasformate nel rispetto di norme di produzione che tutelano l'ambiente e la salute del consumatore: nascono così vini profumati, intensamente aromatici e di grande personalità. Abbiamo riscoperto alcuni anni or sono la Camaiola, vitigno molto particolare, che presenza tratti nel suo dna comuni alla Barbera" ci spiega Lorenzo.

Il 25% è venduto sui mercati esteri, USA, Germania, Olanda e Svizzera su tutto mentre la quota maggiore in Italia, attraverso agenti e distributori. Si è detto che i territori dove crescono le vigne dell'Azienda sono stati teatro di grandi civiltà e grandi popolazioni. Se ne trova traccia oggi nelle etichette e nella grafica utilizzata per i prodotti dell'Azienda Nifo Sarrapochiello.
"Nascono dalla ricerca storica del periodo Sannita. I Sanniti furono un antico popolo italico stanziato nell'area centromeridionale della Penisola, il Sannio appunto, corrispondente a parte delle attuali regioni Abruzzo, Molise, Campania nonché a talune aree marginali di Lazio, Puglia e Basilicata" ricorda. Infatti dai luoghi di ritrovamento di reperti, molti dei quali sono oggi conservati prezzo il Museo Sannita di Benevento, sono scaturiti i nomi e le etichette dei vini della casa. A rendere ancora più di pregio e valore la singola bottiglia, si è deciso di inserire nel retro etichetta una didascalia che illustra dove è avvenuto il ritrovamento che ha dato nome al vino. Un'operazione di grade valore culturale e qualità, frutto della collaborazione con la compagna Carmela Garofalo, storica dell'arte con il grafico Andrea Basile che ha tradotto tutto questo in immagine.

Tra tutte le etichette meritano una menzione particolare Pontius, valoroso condottiero sannita della battaglia delle Forche Caudine, un Aglianico del Taburno, e Fluusa, dea sannita della fioritura e dei germogli, una Falanghina del Sannio. La sorpresa, certamente è Aiser, famoso gladiatore Doctor sannita, uno Spumante Qualità Brut Falanghina del Sannio. Per non dire di Sarriano, vino passito di Falanghina. Insomma, ogni bottiglia è un unicum, sintesi permetta, equazione lineare di vino, territori, cultura e storia.

Tanto passato che vive ancora grazie al sapiente lavoro di uomini come Lorenzo e il padre Erasmo, 83 anni, ancora impegnato in azienda, cui è stato dedicato D'Erasmo, Aglianico del Taburno Riserva, nella cui etichetta compare il volto di Dionisio fatto in avorio e conservato al Museo Archeologico di Campobasso.
"Il nostro intento è di far conoscere la storia e la tradizione del vino di questi territori, valorizzando il vino che produciamo e collocandolo in un ideale scenario, composto di storia e cultura. Un lavoro impegnativo, ma finalmente iniziamo a vedere i primi risultati concreti" conclude Lorenzo.


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