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17/12/2025

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Come le aziende italiane gestiscono i dazi USA e quali sono i nuovi mercati

Ciucci (HSBC): la fiducia nel commercio internazionale guida la diversificazione e la riorganizzazione delle catene di fornitura

Le imprese che operano a livello internazionale stanno ridefinendo rapidamente le proprie strategie operative. Questo riassetto risponde alla necessità di gestire l'evoluzione degli scambi globali e l'aumento dei costi, in un contesto caratterizzato da crescenti pressioni sul capitale circolante. I dati provengono dall'indagine Global Trade Pulse di HSBC, che ha raccolto le opinioni di 6.750 decision maker in 17 mercati, inclusi 250 aziende italiane con un fatturato significativo.
Dopo un avvio impegnativo nel primo semestre del 2025, le aziende stanno recuperando stabilità e chiarezza sul panorama commerciale e tariffario. La fiducia nelle prospettive a lungo termine del commercio internazionale resta robusta. Tre aziende italiane su quattro (il 74%) si aspettano una crescita dell'attività commerciale estera nei prossimi due anni, pur restando un dato inferiore alla media globale dell'88%. L'incertezza non ha portato all'abbandono, ma alla spinta verso l'evoluzione: il 62% delle imprese italiane (rispetto al 75% globale) ha utilizzato le difficoltà commerciali come catalizzatore per esplorare nuove opportunità.

Guardando ai risultati finanziari, il 53% delle aziende italiane prevede un aumento dei ricavi nel prossimo biennio, in linea con la media globale del 58%. Le imprese italiane sono state meno colpite dalle variazioni tariffarie (39% contro il 49% globale), dai cambiamenti di prezzo (38% contro 47%) e dall'intensificarsi della concorrenza (30% contro 40%) rispetto ai loro competitor internazionali.
Le attese sui costi sono nettamente più ottimistiche in Italia. Solo il 48% delle aziende italiane si aspetta un aumento dei costi nei prossimi due anni, un dato significativamente inferiore alla media globale del 68%. I principali fattori che hanno inciso sulla struttura dei costi negli ultimi sei mesi sono stati i prezzi dei fornitori (44%), i dazi o le imposte doganali (40%) e i costi delle materie prime (38%).

La survey di HSBC evidenzia un chiaro riorientamento geografico dei flussi commerciali. A livello globale, le principali destinazioni di crescita sono l'Europa (40%) e il Sud-est asiatico (36%). Parallelamente, a livello globale, oltre un'azienda su cinque (22%) prevede di ridurre la propria dipendenza dal Nord America nelle strategie commerciali, una percentuale superiore a qualsiasi altra regione.
Le aziende italiane confermano in gran parte l'attenzione sul continente: il 32% intende aumentare la propria dipendenza dall'Europa, focalizzando le vendite in Germania (17%), Francia (14%) e Spagna (12%). Tuttavia, l'Italia spicca per la volontà di ridurre l'esposizione oltreoceano: il 39% delle aziende italiane prevede di ridurre la propria dipendenza dal Nord America, un dato ben superiore alla media globale del 22%.

Per mitigare i rischi e salvaguardare la competitività in un ambiente commerciale volatile, la diversificazione è la strategia predominante. Le principali azioni intraprese o programmate dalle imprese italiane per adattarsi a questa nuova realtà includono:

- entrare in nuovi mercati e regioni meno colpite dalle perturbazioni commerciali (76%).
- adeguamenti dei prezzi per riflettere costi più elevati o cambiamenti di mercato (75%).
- diversificare i fornitori tra diverse regioni (70%).
- diversificare le fonti di ricavo, ad esempio ampliando le vendite online o sviluppando nuove linee di business (70%).

- riequilibrare il mix di prodotti o servizi (65%).
- nearshoring, avvicinando la produzione ai mercati chiave (57%).
- reshoring, riportando la produzione nel proprio paese d'origine (57%).
Per quanto riguarda la gestione finanziaria, le pressioni sul capitale circolante si sono intensificate globalmente. Tuttavia, solo il 39% delle aziende italiane ha risposto che le esigenze di capitale sono leggermente aumentate e sono gestibili all'interno delle strutture esistenti. Soltanto il 4% delle imprese in Italia ha affrontato pressioni significative sulla liquidità o sui flussi di cassa, un dato molto contenuto rispetto alla media globale del 17%.


"Le aziende italiane stanno dimostrando una notevole agilità nel navigare l'attuale scenario commerciale. Stanno ripensando le catene di approvvigionamento, aprendo nuove rotte commerciali e rafforzando la resilienza finanziaria", ha spiegato Silvia Ciucci, Country Sales Head for Global Trade Solutions per l'Italia. Ciucci ha sottolineato che questa mentalità proattiva permette alle imprese italiane di trasformare l'incertezza in una piattaforma per la crescita a lungo termine. Le aziende in Italia sono state meno colpite dalle interruzioni commerciali rispetto ad altri mercati, mantenendo i livelli di capitale circolante sostanzialmente stabili.


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