2026: anno di transizione o rivoluzione? | BusinessCommunity.it
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10/12/2025

economia

2026: anno di transizione o rivoluzione?

Malléjac (Ostrum AM): di fronte ai rischi emergenti, sarà consigliabile mantenere portafogli diversificati e trarre vantaggio dai periodi di volatilità

Dopo oltre trent'anni caratterizzati dalla "grande moderazione", i mercati stanno entrando in una nuova fase in cui gli equilibri economici globali vengono ridefiniti. La deglobalizzazione delle catene del valore, accelerata dalle politiche protezionistiche dell'amministrazione Trump, sta ridefinendo i flussi commerciali e le decisioni di investimento. Allo stesso tempo, stanno emergendo nuovi fattori strutturali: l'ascesa dell'intelligenza artificiale, il cui impatto economico si estende ormai oltre il solo settore tecnologico, e l'innovazione monetaria, che sta ridefinendo l'ambito di intervento degli attori economici, primi fra tutti le Banche centrali. La combinazione di questi sviluppi solleva una domanda fondamentale per il 2026: siamo in una fase di transizione o è l'inizio di una vera e propria rottura con l'attuale regime economico e finanziario?

In questo contesto più frammentato e meno prevedibile Axel Botte, Head of Market Strategy, Alexandre Caminade, Head of Sovereign, Emerging Market and Aggregate Fixed Income, Philippe Berthelot, Head of Credit e Monetary Markets, and Frédéric Leguay, Head of Fundamental Equities presentano le prospettive di Ostrum AM per il prossimo anno: crescita globale ancora irregolare, normalizzazione selettiva delle politiche monetarie, mercato del credito ancora vivace e contesto azionario sostenuto dal ritorno alla crescita degli utili.

Mercati: tra resilienza e tensioni

Secondo Axel Botte, Head of Market Strategy, il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca ha aumentato significativamente l'incertezza economica negli Stati Uniti, pesando sulla crescita e sull'occupazione, con la notevole eccezione del settore dell'intelligenza artificiale. Si prevede che l'IA contribuirà per quasi la metà alla crescita degli Stati Uniti nel 2025, a scapito di un marcato effetto di spiazzamento sul resto dell'economia: concentrazione dei finanziamenti, pressione sui costi energetici e rallentamento generale delle attività non tecnologiche. Questa crescita a due velocità dovrebbe persistere nel 2026, rimanendo al di sotto del suo potenziale del 2%. Il rischio di scoppio di una bolla legata all'IA e il deterioramento della qualità del credito al consumo sono i principali fattori negativi. L'inflazione dovrebbe comunque moderarsi a partire dalla primavera, mentre la disoccupazione continuerà ad aumentare.

Tuttavia, la sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti prevista nel primo trimestre sulla legalità dei dazi potrebbe cambiare la traiettoria del commercio globale: una de-escalation forzata aprirebbe la strada a una ripresa degli scambi commerciali. Nell'Eurozona, la ripresa economica sta acquistando slancio, trainata in particolare dai piani di investimento in Germania, che registrerà un deficit pubblico superiore al 3% del PIL nel prossimo futuro. Questo stimolo compenserà in parte il previsto consolidamento in Francia, consentendo alla crescita europea di rimanere sopra l'1%, grazie in particolare alla Spagna. L'inflazione dovrebbe rimanere leggermente superiore al 2% a causa di un mercato del lavoro ancora rigido e delle pressioni salariali residue.

In Cina, l'economia rimane a un bivio: domanda interna debole, riorientamento industriale verso le tecnologie avanzate, contrazione del mercato immobiliare e aumento delle pressioni deflazionistiche. Sul fronte monetario, Jerome Powell lascerà l'incarico a maggio. Il rimpasto del Consiglio dei governatori della Fed dovrebbe favorire un orientamento più accomodante, con un tasso dei Fed funds previsto intorno al 3%. Nell'Eurozona, la BCE dovrebbe mantenere il tasso sui depositi al 2% e proseguire la sua politica di quantitative tightening. Se l'inflazione dovesse persistere, nel quarto trimestre potrebbe essere preso in considerazione un aumento dei tassi.
Fixed Income: un contesto asimmetrico tra Europa, Stati Uniti e mercati emergenti

In Europa, secondo Alexandre Caminade Head of Sovereign, Emerging Market and Aggregate Fixed Income, I rendimenti dei titoli di Stato tedeschi a 10 anni dovrebbero evolvere in un contesto di ridotta volatilità nel 2026, con fattori rialzisti e ribassisti che si compensano a vicenda. L'incertezza che circonda la valutazione delle società di intelligenza artificiale e le tensioni nel mercato del credito non quotato statunitense dovrebbero sostenere la domanda di debito tedesco. Lo status quo monetario della BCE contribuirà ad ancorare la parte breve della curva, avvantaggiando automaticamente le obbligazioni a 10 anni grazie alla pendenza associata e al carry/roll-down. Tuttavia, permarranno pressioni al rialzo, legate all'aumento delle emissioni lorde e nette in Germania, nonché agli effetti della riforma dei fondi pensione olandesi, che interesserà principalmente le scadenze lunghe. Il crescente disinteresse degli investitori per le scadenze molto lunghe dovrebbe accentuare questa tendenza. Dopo un aumento di circa 40 punti base sul segmento 10-30 anni dall'inizio del 2025, nel 2026 è previsto un ulteriore aumento di circa 20 punti base.


Gli spread sul debito dei Paesi periferici dovrebbero continuare a ridursi, ma con un potenziale più limitato. Secondo Ostrum AM, lo spread della Francia dovrebbe rimanere intorno agli 80 punti base, riflettendo una situazione fiscale e politica più fragile. Negli Stati Uniti, le prospettive per i tassi di interesse a lungo termine rimangono più incerte. La politica monetaria della Fed appare meno trasparente di quella della BCE. L'inflazione persistente potrebbe rallentare il ciclo di tagli dei tassi, mentre il rimpasto del FOMC potrebbe avere l'effetto opposto. A ciò si aggiungono le elezioni di medio termine, l'elevato deficit di bilancio, le politiche dell'amministrazione Trump, le valutazioni elevate delle società di intelligenza artificiale e la vulnerabilità del credito non quotato, tutti fattori che potrebbero mantenere un certo livello di volatilità nel 2026.


In un contesto che continua a favorire gli asset di rischio, i mercati emergenti beneficiano di un differenziale di crescita favorevole rispetto ai paesi sviluppati e di un costante miglioramento dei loro rating sovrani. Con un rendimento vicino al 7% sul debito estero e un ritorno dei flussi di acquisto, Ostrum AM ritiene che questa asset class offra opportunità interessanti in un universo ancora altamente diversificato.

Credito: un mercato che rimane vivace


Per Philippe Berthelot, Head of Credit and Monetary Markets Il 2026 dovrebbe essere molto simile al 2025. Gli attuali fondamentali sostengono il credito, che secondo Ostrum AM sarà l'asset obbligazionario preferito per il prossimo anno: crescita moderata in Europa, inflazione vicina all'obiettivo della BCE, qualità del credito stabile, leva finanziaria controllata e tassi di insolvenza contenuti. Philippe Berthelot ritiene che le obbligazioni di credito offrano rendimenti interessanti, anche se gli spread appaiono meno generosi rispetto al passato. Inoltre, gli stimoli monetari dovrebbero attenuarsi nel corso dell'anno.


Le emissioni di reverse yankee dovrebbero raggiungere un nuovo record nel 2026, trainate in particolare dalle massicce esigenze di investimento degli hyperscaler nell'intelligenza artificiale. Allo stesso tempo, le dimensioni e l'opacità del mercato del credito non quotato, in particolare negli Stati Uniti, rimangono fonti di incertezza e volatilità. Ostrum AM mantiene una preferenza per il debito bancario, i cui spread leggermente più elevati potrebbero ancora una volta offrire una performance relativa più solida rispetto a quella degli emittenti non finanziari.

Azioni europee: un mercato in crescita grazie alla sostenuta crescita degli utili


In Europa, i mercati azionari dovrebbero registrare una performance positiva nel 2026, trainati dal ritorno alla crescita degli utili. Tuttavia, questa tendenza rimane dipendente dalla capacità delle aziende di soddisfare le elevate aspettative. Sostenuti da un mercato statunitense dinamico, gli indici europei hanno mantenuto una traiettoria favorevole nella prima metà del 2025, nonostante un contesto complesso. Secondo Frédéric Leguay, Head of Fundamental Equities, l'andamento del mercato azionario nell'Eurozona nel 2026 dipenderà maggiormente da fattori endogeni quali gli stimoli fiscali e gli effetti ritardati dei tagli dei tassi da parte della BCE, anche se sarà necessario monitorare il rallentamento in atto dell'economia statunitense e il suo impatto in particolare sull'occupazione.


In Europa, in assenza di ulteriori misure di sostegno monetario, si assisterà a un maggiore ricorso alle misure fiscali in Germania e a un ritorno della fiducia. La crescita globale nel 2026 dovrebbe essere simile a quella del 2025 e la calma geopolitica rappresenterebbe un ulteriore fattore favorevole. Gli utili dell'Eurozona, che dovrebbero registrare un leggero calo nel 2025, dovrebbero ricominciare a crescere nel 2026. Ostrum AM prevede una crescita del 9% della base degli utili per l'Eurozona, un netto aumento rispetto agli ultimi tre anni, anche se inferiore di circa 6 punti rispetto al consenso degli analisti del 15%.
Le valutazioni, già in aumento nel 2025, dovrebbero rimanere sostenute grazie alla ripresa degli utili e al forte interesse degli emittenti privati. È ancora necessaria una particolare vigilanza per quanto riguarda l'andamento dei tassi di interesse a lungo termine e i principali temi di crescita degli ultimi trimestri (IA, difesa, elettrificazione, ripresa tedesca), che potrebbero rivelarsi deludenti. In questo contesto, le azioni europee, ancora sottopesate, dovrebbero continuare ad attrarre capitali.


Gaëlle Malléjac, Global Chief Investment Officer at Ostrum AM ha concluso: "Gli investitori operano oggi in un contesto in cui i parametri di riferimento tradizionali stanno cedendo il passo a nuove dinamiche: l'intelligenza artificiale sta diventando un motore fondamentale della crescita, mentre il ritorno della sovranità economica e politica sta prendendo il sopravvento sulla globalizzazione coordinata, stravolgendo le regole del gioco economico. In questo contesto, la crescita rimarrà disomogenea nel 2026, stimolata dall'IA negli Stati Uniti, sostenuta dalla politica fiscale tedesca in Europa e influenzata dalle trasformazioni strutturali in Cina. Sarà accompagnata da rischi, in particolare quelli legati al predominio e persino agli eccessi del settore tecnologico. In questo contesto, la selettività rimarrà essenziale: tra la relativa stabilità dei tassi di interesse europei, i rendimenti creditizi ancora interessanti e il potenziale di ripresa degli utili in Europa, i mercati offriranno opportunità, a condizione che si adotti un approccio rigoroso e disciplinato. Di fronte ai rischi emergenti, sarà consigliabile mantenere portafogli diversificati e trarre vantaggio dai periodi di volatilità".

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