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26/11/2025

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Procurement: perché le relazioni battono la tecnologia nella nuova supply chain

Tinti (IUNGO): indagine condotta su 100 aziende italiane svela come la filiera si trasforma in un ecosistema di relazioni strategiche

La trasformazione del modello di business sposta l'attenzione dal concetto lineare di "filiera" a quello di un ecosistema dinamico. Le aziende, i partner e i clienti si muovono oggi in una costellazione di relazioni interconnesse che generano valore, forza e sviluppo sostenibile. È quanto emerge dai dati della recente indagine sulla supply chain condotta da IUNGO su un campione di circa 100 imprese italiane e presentata in anteprima all'evento IUNGOforum 2025.
Le evidenze dimostrano un netto cambio di paradigma rispetto al 2024. Il vero motore del cambiamento risiede nel passaggio dalla pura tecnologia alla qualità della relazione. Il futuro del procurement (ufficio acquisti) non si misura più in velocità o strumenti, ma nella capacità di costruire fiducia e sintonia. A conferma di questa visione, il 70% delle aziende intervistate riconosce che l’efficienza cresce di pari passo con la qualità dei rapporti con i fornitori.

Parallelamente, gli ostacoli all'innovazione non sono più di natura tecnica. Se la digitalizzazione è ormai una realtà matura, la vera sfida risiede nell'allineamento umano e culturale. Il principale freno all’innovazione non è la tecnologia, ma la cultura aziendale, indicata come ostacolo maggiore dal 30% dei rispondenti. Seguono la mancanza di competenze (26%), mentre solo il 22% cita la difficoltà di integrazione tecnologica. Questa distribuzione dei dati conferma che le imprese sono entrate nella fase della complessità matura, dove il progresso dipende dal saper "vivere" la tecnologia in modo collaborativo.

La trasformazione culturale si riflette soprattutto nel ruolo dell'ufficio acquisti, destinato a diventare il cuore strategico dell'azienda. Nessuno tra i rispondenti vede più il procurement come un semplice "esecutore". La maggioranza (41%) dei partecipanti lo immagina entro il 2030 come l'"architetto" di un ecosistema, richiamando la necessità di armonia e visione d’insieme. Una parte significativa lo vede come "innovatore" (26%), capace di portare nuove idee e approcci, e il 19% come un "facilitatore" che semplifica i processi tra reparti e fornitori.

A ulteriore conferma di questo profondo cambiamento, il 41% degli intervistati indica nella pianificazione condivisa del forecasting (la previsione della domanda) la conversazione più strategica con i propri partner. Questo sposta il focus dalla gestione reattiva delle urgenze a una cultura dell'anticipazione e della collaborazione preventiva. La supply chain si configura, quindi, come un ecosistema relazionale in cui il valore nasce dalla progettazione congiunta.
L’attenzione per gli aspetti tecnologici rimane alta, ma con una visione più pragmatica. Oltre la metà degli intervistati (52%) indica l’automazione e l’AI come priorità, spostando l'attenzione dall'hype tecnologico all’intelligenza utile. L'obiettivo non è un procurement automatizzato, ma aumentato, dove la tecnologia serve a potenziarlo, liberando l’uomo per valorizzare il giudizio, il contesto e le relazioni.


In termini di sostenibilità, le imprese italiane mostrano ancora cautela. Solo il 19% considera la filiera sostenibile e circolare come un effettivo elemento di competitività futura. Per la maggior parte delle aziende, la sostenibilità resta ancora percepita come un obbligo normativo piuttosto che una leva strategica, un dato influenzato anche dal recente rinvio introdotto dallo Stop The Clock.
Secondo Andrea Tinti, CEO e Founder di IUNGO, lo IUNGOforum è stata un’importante occasione di confronto, per provare a cambiare prospettiva per non pensare più agli acquisti come a una funzione operativa, ma come a un vero e proprio spazio di relazione, in cui tecnologia, fiducia e partnership si intrecciano per disegnare le nuove supply chain.


Oggi le aziende necessitano di partner di cultura digitale, non di semplici fornitori, in grado di condividere una visione e guidare il cambiamento. Le soluzioni tecnologiche devono essere intuitive, flessibili e accessibili, trasformando la complessità operativa in semplicità. La tecnologia è il punto di partenza, ma il suo vero valore si manifesta solo nella capacità di creare nuove abitudini di collaborazione più efficaci e umane

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