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26/11/2025

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La digital friction blocca le aziende: il costo nascosto che erode la produttività

Steil (TeamViewer): la scarsa efficienza tecnologica incide negativamente su fatturato e morale dei dipendenti, con perdite fino a 1,3 giorni lavorativi mensili

Le aziende si trovano sotto pressione per aumentare la produttività in un contesto economico complesso. Tuttavia, una nuova ricerca condotta per TeamViewer, intitolata "The Impact of Digital Friction", solleva serie preoccupazioni: le inefficienze tecnologiche, definite come digital friction, stanno erodendo silenziosamente le performance aziendali in tutti i settori, compresa l'Italia. Lo studio rivela che l'impatto di questi malfunzionamenti è misurabile sia finanziariamente sia operativamente e umanamente.
I dipendenti a livello globale dichiarano di perdere in media 1,3 giorni al mese a causa di inefficienze tecnologiche. Questo fenomeno frena la produttività per l'80% dei lavoratori che quotidianamente si scontrano con malfunzionamenti che impediscono loro di lavorare con efficienza. Le conseguenze vanno oltre il semplice disagio operativo. Il 42% degli intervistati a livello internazionale riporta che la propria azienda ha subito una perdita di fatturato diretta imputabile alla digital friction.

L'impatto sulla forza lavoro è altrettanto rilevante. Il 69% degli interpellati ritiene che la frustrazione tecnologica abbia contribuito al turnover dei dipendenti. Inoltre, il 47% sostiene che la difficoltà nell'utilizzo degli strumenti IT incida negativamente sulla soddisfazione lavorativa, portando il 28% del personale a considerare l'idea di licenziarsi proprio a causa di queste problematiche.
Oliver Steil, CEO di TeamViewer, ha evidenziato come le criticità IT non possano più essere considerate secondarie. «Oggi, a causa delle innumerevoli pressioni che i responsabili aziendali devono affrontano, è comprensibile che le criticità IT possano passare in secondo piano, ma il potenziale impatto finanziario è sbalorditivo», ha affermato Steil. Ha aggiunto che la tecnologia rappresenta il cuore pulsante delle aziende moderne e che ogni malfunzionamento ha un prezzo immediato in termini di insoddisfazione dei clienti e competitività.

In Italia, l'impatto della digital friction è significativo. Il 25% dei lavoratori italiani dichiara di perdere mezza giornata lavorativa al mese per inefficienze IT, mentre il 21% perde oltre un giorno. Guardando al futuro, il 28% degli italiani prevede che questa perdita di tempo aumenterà nel prossimo anno. Questa aspettativa è motivata dalla crescente complessità del livello tecnologico (per il 29%) o dal tempo di apprendimento necessario per adottare nuovi sistemi e soluzioni (per il 24%).
I problemi più comuni riscontrati dai lavoratori italiani a causa della digital friction sono stati:

- connettività per il 64%

- aggiornamento software forzato per il 60%

- applicazioni software per il 54%

- autenticazione per il 53%

- hardware per il 50%

- cybersecurity per il 40%.

Anche in Italia, la digital friction incide sul morale e la stabilità del personale. Essa contribuisce al turnover dei dipendenti per il 42% delle aziende locali ed è stata la causa delle dimissioni di colleghi considerati "ottimi" per il 22%. Inoltre, la frustrazione tecnologica contribuisce al fenomeno del burnout per il 36% degli intervistati e ha un impatto negativo sulle performance individuali per il 40%.
La ricerca ha messo in luce una netta discrepanza nel modo in cui la digital friction viene percepita e subita dalle diverse generazioni. I dipendenti della Generazione Z perdono 1,5 giorni lavorativi al mese a causa di disfunzioni IT, una cifra superiore al doppio rispetto agli 0,7 giorni persi dai Baby Boomer. Questa differenza di tolleranza si riflette nelle scelte professionali: il 40% della Generazione Z ha considerato l'idea di lasciare la propria azienda a causa di uno scarso livello tecnologico, contro solo il 12% dei Baby Boomer.


Esiste anche un divario organizzativo: i problemi IT hanno un impatto significativo sul turnover per il 56% delle persone senza ruoli manageriali, mentre questo dato scende al 36% per i manager. Tali risultati indicano una mancata corrispondenza tra la percezione dei leader sulle prestazioni tecnologiche e l'esperienza quotidiana dei dipendenti.
L'Intelligenza Artificiale (IA) emerge come una potenziale soluzione per superare questi ostacoli. Circa la metà degli intervistati a livello globale (48%) ritiene che l'IA possa contribuire a ridurre la digital friction all'interno dell'organizzazione. Una percentuale identica (50%) si è detta favorevole all'uso dell'IA per svolgere attività IT di routine, come la risoluzione di problemi tecnici di base o la reimpostazione delle password. In Italia, il 41% vede l'IA come un aiuto concreto e il 45% ritiene che sia in grado di risolvere problemi tecnici di base più velocemente di un essere umano.


Questi dati suggeriscono che le aziende sono sempre più propense ad adottare l'IA per agire da moltiplicatore di efficienza, aiutando i team a lavorare in modo più intelligente. Andrew Hewitt, VP of Strategic Technology di TeamViewer, ha sottolineato come la tecnologia debba supportare, e non ostacolare, le persone. «Con la produttività che rappresenta un obiettivo così importante per la maggior parte delle aziende, esiste una concreta opportunità di trasformare le frustrazioni tecnologiche quotidiane in un motore di progresso», ha affermato Hewitt. Ridurre la digital friction può avere un impatto significativo sia sulle performance sia sulla motivazione dei dipendenti, eliminando le barriere operative e offrendo un'esperienza di lavoro più fluida.


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