Il GEA Business Forum svela le priorità d'impresa: capitale umano e AI trasformano il futuro
Le aziende italiane devono trasformare la resilienza in metodo, fare evolvere la governance e cogliere appieno le opportunità offerte dalle tecnologie digitali e dalla sostenibilità
Il GEA Business Forum 2025 ha catalizzato l'attenzione sull'essenziale questione dell'adattamento del modello d'impresa in un contesto globale in continua evoluzione. Oltre 150 imprenditori e top manager hanno contribuito a una Survey presentata a Milano, rivelando un quadro dinamico e ricco di spunti per il settore italiano.
Mentre in passato la competizione a livello globale era vista come la minaccia principale, oggi le preoccupazioni delle imprese italiane si sono spostate. La concorrenza internazionale è ora considerata una condizione strutturale del fare impresa. Le aziende si concentrano sempre più sull'impatto delle tecnologie digitali, sull'instabilità economico-politica e sulla cybersecurity. Le realtà di maggiori dimensioni, con un fatturato superiore ai 200 milioni di euro, mostrano inoltre una crescente preoccupazione per le pressioni ambientali e normative.
La Survey evidenzia anche una trasformazione nell'approccio delle aziende alla propria evoluzione interna. La governance aziendale rimane prevalentemente legata a modelli familiari, con il CEO spesso identificato con l'azionista principale. Tuttavia, si registra un interesse crescente verso l'apertura del capitale a investitori esterni, percepita come una via per acquisire nuove competenze e rafforzare la capacità di affrontare le sfide attuali. L'obiettivo è superare la diffidenza che l'apertura del capitale possa significare una perdita di identità o di controllo, a fronte di un'accelerazione della crescita e di un più facile accesso a know-how non disponibile internamente.
Un altro tema cruciale emerso dalla ricerca è quello del capitale umano. La dispersione di conoscenze e competenze, causata dall'invecchiamento della forza lavoro e dal ricambio generazionale, rappresenta una preoccupazione diffusa. Nonostante ciò, le strategie adottate per affrontare questa sfida sono ancora spesso tradizionali. La GenAI, con le sue notevoli capacità nella gestione della conoscenza, si prospetta come una risorsa di grande valore, ma il suo potenziale è ancora ampiamente inesplorato.
La prontezza nella pianificazione e nell'esecuzione delle decisioni costituisce un ulteriore elemento critico. Le aziende che adottano strumenti di pianificazione a medio termine dimostrano una maggiore capacità di bilanciare l'attenzione ai risultati con la spinta verso l'innovazione. Ciononostante, la rapidità decisionale rimane una sfida aperta, anche per le organizzazioni più grandi e consolidate.
Oltre la metà delle imprese industriali analizzate esternalizza una parte dei propri processi produttivi, mentre circa il 45% affida a terzi determinate attività logistiche. Si tratta, per circa due terzi dei casi, di collaborazioni stabili con partner di lunga data, le quali non vengono frequentemente riconsiderate o ristrutturate.
Per quanto riguarda l'organizzazione del lavoro, lo smart working è ormai una pratica consolidata. Tuttavia, la sua adozione non è sempre accompagnata da un profondo ripensamento dei processi interni. Le grandi aziende investono in strumenti digitali dedicati, mentre le PMI incontrano maggiori difficoltà nell'adeguarsi alle nuove aspettative dei lavoratori. Il 50% delle grandi realtà, a fronte del solo 10% delle medie, dichiara di utilizzare processi e strumenti digitali specifici per facilitare l'interazione tra personale in presenza e da remoto.
Infine, la gestione della complessità operativa e della supply chain richiede un cambio di rotta. Le aziende tendono a focalizzarsi sui processi interni, trascurando iniziative volte a migliorare l'integrazione e l'interoperabilità con soggetti esterni, che siano fornitori di materiali, prodotti o servizi, inclusa la logistica. L'outsourcing è ampiamente diffuso, ma le scelte rimangono spesso rigide, nonostante il costo non sia più il fattore determinante. Flessibilità e l'accesso a know-how non disponibile internamente stanno acquisendo una rilevanza sempre maggiore.
La sostenibilità e la trasformazione digitale si affermano come direttrici fondamentali per lo sviluppo futuro. Per trasformarsi in autentiche leve strategiche, è cruciale che questi concetti siano tradotti in obiettivi concreti, strettamente connessi a driver economici e non solamente a obblighi normativi. Per generare un impatto positivo sull'intero sistema aziendale del nostro paese, oltre a contare su imprenditori e manager visionari, è indispensabile rendere gli obiettivi e i vincoli formali il più comprensibili possibile per le aziende, collegandoli a specifiche azioni.
