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19/11/2025

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Il Passaporto Digitale del Prodotto e la forza nascosta dell'RFID nel retail

Hopkin (Zebra Technologies): l'implementazione RFID aiuta i retailer a raggiungere gli obiettivi DPP per la sostenibilità

Lorna Hopkin, retail specialist, EMEA, Zebra Technologies

I tuoi jeans, e quasi tutti gli altri prodotti venduti nell’Unione Europea, richiederanno presto un proprio documento di viaggio: un Passaporto Digitale del Prodotto (DPP), contenente informazioni complete sulla loro origine, sui materiali, sull’impatto ambientale e sulle indicazioni per lo smaltimento.
Secondo il Green Deal europeo, entro il 2030 il tessile sarà tra i 30 settori obbligati a introdurre i Passaporti Digitali di Prodotto (DPP). Diversi retailer e produttori stanno già sperimentando soluzioni innovative per rendere possibile questa trasformazione e contribuire agli obiettivi di sostenibilità e di economia circolare.

Ad esempio, una boutique di moda di Covent Garden, a LondraNobody's Child – insieme ai suoi partner ha già creato un passaporto digitale per i propri jeans, collegato a QR code presenti nelle etichette di lavaggio. In questo modo i consumatori possono accedere alle informazioni sui capi semplicemente con la fotocamera dei loro smartphone.
Ma Nobody’s Child ha ora aggiunto una componente strategica ai suoi jeans. Dietro le ‘cuciture’ si nasconde una tecnologia discreta che certifica l’autenticità: un filo RFID (tecnologia di identificazione a radiofrequenza) cucito nell’orlo del capo, che collega ogni indumento al suo passaporto digitale univoco.

La forza discreta dell’RFID

L’RFID è una tecnologia estremamente efficace per i rivenditori: il 59% dei decision maker del settore retail prevede di implementare soluzioni RFID per ogni singolo articolo nelle proprie operazioni. Good American, retailer di abbigliamento certificato B-Corp, è riuscito a effettuare inventari completi di magazzino in meno di 30 minuti dopo aver adottato una soluzione RFID in tutti i suoi punti vendita.
Le etichette RFID vengono spesso utilizzate come misura di prevenzione delle perdite, ad esempio su prodotti retail come il make-up. Un tracciatore RFID cucito nei jeans sfrutta la stessa tecnologia, ma in un sottile filo metallico lungo appena 5 cm. È nascosto all’interno del capo, ma può essere attivato da un lettore RFID – che sia portatile, fisso, integrato in un tappetino POS, come parte di un chiosco o all’interno di un computer mobile.

Collegando il filo RFID alla giusta frequenza, i produttori possono trasmettere facilmente ai rivenditori informazioni cruciali sui capi. La velocità e l’efficienza del sistema facilitano la circolarità e il riciclo anche su grandi volumi, e riducono le frodi – un vantaggio sia per Nobody’s Child che per qualsiasi retailer con alti ritmi operativi.
Il viaggio dei jeans

Immagina una partita di jeans che arriva al negozio di Nobody’s Child tramite un corriere locale. Viene registrata utilizzando un lettore RFID, in grado di ‘vedere’ attraverso lo scatolone emettendo la giusta frequenza di onde radio. Il sistema risponde con un link URL o un numero, che rappresenta l’identificativo dei jeans, il codice univoco che li collega al loro passaporto. Questo identificativo consente ai sistemi di accedere ai dati principali contenuti nel passaporto, necessari per tracciare la posizione dei jeans e comprenderne la composizione.


In breve, il lettore RFID effettua l’inventario dei capi all’interno della scatola, registrando la data sui rispettivi passaporti, proprio come un addetto timbra i nostri documenti al controllo passaporti quando attraversiamo il mondo.
Una volta che i jeans arrivano sugli scaffali, i clienti possono usare il proprio smartphone o un totem interattivo in-store per accedere al passaporto digitale e scoprire dove sono stati prodotti, con quali materiali e molto altro ancora, comprese le informazioni sull’impatto ambientale, come le emissioni di CO₂ e il consumo di acqua. Questo processo semplifica anche i resi: non è necessario lo scontrino perché l’autenticità dei jeans è già garantita.


E quando arriva il momento del riciclo, il cliente può riportare i jeans in negozio: grazie alla soluzione RFID/passaporto, il capo viene gestito correttamente. Una rapida scansione applica l’ultimo timbro temporale sul suo DPP. Vengono registrati i materiali e il colore del capo, che viene poi destinato a un contenitore insieme ad articoli equivalenti, così da poter essere scomposto e rigenerato per creare qualcosa di nuovo. Qui la circolarità ha inizio.
Connettere la prima linea, valorizzare i clienti

Inserire dati su origine, materiali e sostenibilità nel passaporto digitale di un capo li rende accessibili a un’ampia gamma di stakeholder: produttori, trasportatori, rivenditori, clienti, riciclatori e revisori dell’UE. Questi dati confluiscono nel data centre dell’UE, dove l’impronta di carbonio complessiva viene registrata e aggiunta a miliardi di altre voci.


In negozio, i DPP cambieranno il nostro modo di fare acquisti, permettendo ai consumatori di verificare con precisione la provenienza di un capo, di cosa è fatto e se il suo acquisto rispecchia i propri valori.
Nobody’s Child e altri retailer innovativi che adottano l’RFID stanno dimostrando in tempo reale come la visibilità avanzata degli asset e l’automazione intelligente possano allo stesso tempo connettere chi è in prima linea e sostenere gli ideali della società verso un futuro più sostenibile

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