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19/11/2025

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AI: le aziende la usano, ma solo i 'campioni' ne sbloccano il vero valore economico

Report McKinsey: l'intelligenza artificiale è ormai una realtà diffusa nelle aziende, ma la sua trasformazione economica è ancora nelle fasi iniziali per molti

L'intelligenza artificiale (AI) è diventata una componente quasi standard nelle operazioni aziendali globali, con quasi nove su dieci organizzazioni che ne fanno uso regolare. Tuttavia, un report McKinsey rivela che, nonostante l'ampia adozione, la maggior parte delle aziende fatica ancora a scalare questa tecnologia oltre le fasi iniziali di sperimentazione o pilotaggio, limitando l'impatto finanziario complessivo. Questo studio, basato su un sondaggio condotto tra giugno e luglio 2025 su 1.993 intervistati, evidenzia come solo un gruppo selezionato di high performer stia effettivamente capitalizzando l'AI per crescita e innovazione, non solo per l'efficienza operativa.

L'adozione dell'AI è indubbiamente diffusa: l'88% delle organizzazioni la impiega regolarmente in almeno una funzione aziendale, segnando un aumento rispetto al 78% dell'anno precedente. Due terzi degli intervistati utilizzano l'AI in due o più funzioni, e la metà in tre o più. Tuttavia, quasi i due terzi delle organizzazioni non ha ancora raggiunto una scalabilità estesa dell'AI a livello aziendale. Le aziende più grandi, con ricavi superiori a 5 miliardi di dollari, guidano questo processo, con quasi la metà che ha raggiunto la fase di scaling, un dato che contrasta con il 29% delle aziende con meno di 100 milioni di dollari di ricavi. Tradizionalmente, le funzioni con il maggiore utilizzo di AI includono IT e Marketing e vendite, ma la Gestione della conoscenza emerge ora come un'area di crescente applicazione.

Gli agenti AI, sistemi capaci di pianificare ed eseguire azioni autonome nel mondo reale, stanno suscitando un notevole interesse. Il 62% delle organizzazioni sta almeno sperimentando questa tecnologia. Nonostante ciò, il loro impatto non è ancora generalizzato: solo il 23% degli intervistati riferisce che le proprie organizzazioni stanno scalando un sistema di AI agentico, principalmente in una o due funzioni aziendali. Settori come Tecnologia, media e telecomunicazioni e sanità mostrano un'adozione più elevata, con un impiego significativo in IT e nella Gestione della conoscenza.

A livello di impatto finanziario, i benefici sull'EBIT (utile prima degli interessi e delle imposte) complessivo dell'azienda rimangono limitati. Solo il 39% degli intervistati segnala un impatto, e la maggior parte attribuisce meno del 5% dell'EBIT all'AI. Tuttavia, i benefici qualitativi e a livello di singoli casi d'uso sono evidenti. Il 64% afferma che l'AI sta abilitando l'innovazione e quasi la metà segnala miglioramenti nella soddisfazione del cliente e nella differenziazione competitiva. La riduzione dei costi è più evidente in attività come l'Ingegneria del software, la Produzione e l'IT, mentre l'aumento dei ricavi è maggiormente riscontrato in Marketing e vendite, Strategia e finanza aziendale, e Sviluppo di prodotti e servizi.


Le organizzazioni definite high performer, che attribuiscono il 5% o più dell'EBIT all'uso dell'AI e segnalano un "valore significativo", mostrano strategie distinte. Esse sono più propense a fissare obiettivi ambiziosi che includono crescita e innovazione, non solo efficienza. Circa la metà di questi high performer punta a una trasformazione aziendale completa grazie all'AI. Sono quasi tre volte più propense (2.8x) a riprogettare radicalmente i flussi di lavoro e i loro leader senior dimostrano un impegno e una titolarità tre volte superiore per le iniziative AI. Un terzo di questi high performer destina oltre il 20% del proprio budget digitale alle tecnologie AI e sono almeno tre volte più propensi ad aver scalato gli agenti AI in diverse funzioni. Inoltre, adottano con maggiore frequenza pratiche di governance, come la definizione di processi per la validazione umana degli output dei modelli (Human in the loop).


L'impatto sulla forza lavoro varia significativamente. Il 43% degli intervistati si aspetta pochi o nessun cambiamento nel numero totale di dipendenti, mentre il 32% prevede una riduzione pari o superiore al 3%. Un 13% pronostica un aumento della forza lavoro. Si attendono cambiamenti più marcati nel prossimo anno rispetto a quelli osservati in quello precedente, con una mediana del 30% che prevede una diminuzione nelle funzioni. Le organizzazioni continuano ad assumere per ruoli specializzati in AI, come Data engineers, Machine learning engineers e Software engineers.


La gestione dei rischi legati all'AI è in crescita. Le organizzazioni oggi riferiscono di gestire in media quattro rischi, un aumento rispetto ai due del 2022. L'inaccuratezza è il rischio più frequentemente citato come causa di conseguenze negative (quasi un terzo degli intervistati) ed è anche tra i più mitigati. Il 51% delle organizzazioni che utilizzano l'AI ha subito almeno una conseguenza negativa. Curiosamente, gli high performer sono più inclini a segnalare conseguenze negative, in particolare relative alla conformità normativa e alla violazione della proprietà intellettuale, poiché utilizzano la tecnologia in contesti più critici e possiedono una maggiore consapevolezza dei pericoli intrinseci.


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