Sicurezza aziendale, il lato umano in prima linea contro le nuove minacce | BusinessCommunity.it
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15/10/2025

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Sicurezza aziendale, il lato umano in prima linea contro le nuove minacce

Bruzzone (psicologa forense): la sicurezza aziendale si riscopre umana, con il 60% delle imprese che ha subito violazioni fisiche negli ultimi cinque anni

A fronte di minacce sempre più complesse, che vanno dal furto di beni al sabotaggio e alle vulnerabilità generate dalla digitalizzazione degli impianti, le imprese sono chiamate a un ripensamento radicale dei propri modelli di protezione. Per questo motivo, la sicurezza fisica, per anni considerata meno rilevante rispetto a quella digitale, sta tornando al centro delle strategie aziendali. Non si tratta più solo di difendere un perimetro, ma di assicurare la continuità operativa, la reputazione e la resilienza complessiva dell'organizzazione. Questi dati emergono dal report Physical Security Statistics, stilato da Scoop Market, che rivela come il 60% delle aziende abbia subito almeno una violazione fisica negli ultimi cinque anni.

I sistemi di videosorveglianza, il controllo degli accessi, i sensori ambientali e le barriere fisiche non sono più elementi isolati, ma costituiscono un ecosistema integrato che deve dialogare con la componente digitale. Questa evoluzione ha portato a un incremento significativo degli investimenti: solo nell'ultimo anno, il 40% delle organizzazioni ha aumentato il budget dedicato alle tecnologie di protezione. Parallelamente, il 75% delle aziende considera oggi la sicurezza fisica una priorità strategica.
Tuttavia, in questo contesto, tecnologia e automazione non sono gli unici fattori decisivi; la sicurezza non può prescindere dall'elemento umano che si cela dietro ogni protocollo di difesa e ogni algoritmo. Questo è spesso il lato più trascurato: la dimensione psicologica, emotiva e percettiva dell'individuo che opera con la macchina. Si parla anche di empatia, intuito e adattabilità, qualità umane che nessun codice può replicare. Come sottolineato da Roberta Bruzzone, psicologa forense e criminologa investigativa, durante la plenaria di apertura del Richmond Italia Security director forum che si è svolto a Rimini: “La riflessione parte da un dato allarmante: ad oggi 22 milioni di italiani sono sotto prescrizione psicofarmacologica, ciò forse basta a ricordarci quanto la fragilità individuale possa incidere sulla tenuta complessiva dei sistemi, sociali ancor prima che aziendali.” Per Bruzzone, “Il vero punto critico della sicurezza non sono le tecnologie, ma i fattori umani: bias cognitivi, eccesso di fiducia, normalizzazione del rischio e la pressione dell’urgenza, leve tipiche sfruttate da hacker e manipolatori.” La professionista ha aggiunto che nella scelta dei profili professionali, si tende spesso a prediligere le capacità organizzative, trascurando quelle relazionali. Tuttavia, per i ruoli più delicati, sarebbe opportuno prevedere uno screening psicologico, poiché la persona giusta nel posto giusto fa la differenza, non solo per le competenze tecniche ma soprattutto per quelle qualità umane che nessun software potrà mai replicare. Tra queste, l'empatia emerge come la risorsa più strategica nella prevenzione, consentendo di percepire, interpretare e anticipare scenari di rischio.

L'evento, patrocinato da importanti associazioni di settore come ASIS International (la più grande organizzazione internazionale di professionisti della sicurezza), AIPSA Associazione Italiana Professionisti Security Aziendale e ASSOCISO Associazione Nazionale Chief Information Security Officer, ha offerto un'opportunità unica per confrontarsi sulle soluzioni tecnologiche più avanzate e sulle strategie di difesa più efficaci. In questo scenario, il ruolo dei Security Director, dei Facility Manager e dei Site Director assume un peso crescente: non sono più semplici gestori di impianti o protocolli, ma attori strategici nella difesa dell'impresa. Queste figure professionali sono chiamate a coordinare risposte in tempo reale, valutare gli scenari di rischio, proteggere gli asset critici e garantire la business continuity.

Parallelamente, le aziende stanno adottando un approccio sempre più integrato ai sistemi di sicurezza aziendale, basato su tecnologie che interagiscono tra loro e con i sistemi digitali, con l'obiettivo di creare ambienti più sicuri, reattivi e intelligenti. Come spiega Claudio Honegger, amministratore unico di Richmond Italia: “La sicurezza fisica non è più un insieme di dispositivi isolati, ma un vero e proprio ecosistema. Una struttura viva, fatta di tecnologie intelligenti, processi coordinati e persone competenti, che deve adattarsi costantemente a minacce in evoluzione.” Honegger aggiunge: “Oggi chi la gestisce non si limita a proteggere un perimetro: contribuisce a costruire ambienti resilienti, capaci di reagire, adattarsi e prevenire. Il forum nasce per chi vive la sicurezza ogni giorno sul campo e ha bisogno di strumenti, visione e confronto. La sicurezza è fatta di persone, competenze e decisioni rapide: serve quindi una vera e propria cultura della vigilanza, non solo strumenti tecnologici.”

Nel panorama della sicurezza aziendale, alcune soluzioni si distinguono per la loro diffusione:

Il controllo degli accessi rappresenta la scelta prioritaria: il 50% delle aziende investe in questa tecnologia per regolare e monitorare l'ingresso alle aree protette. Questa è una barriera essenziale per garantire protezione e gestione degli spazi sensibili.


Subito dopo, con il 30% del mercato, si colloca la videosorveglianza, ormai indispensabile per il monitoraggio costante e la registrazione delle attività, sia in ambito pubblico che privato. Questo strumento non solo rafforza la sicurezza, ma contribuisce in modo determinante anche alla prevenzione degli incidenti.
Infine, il 20% delle imprese punta sulla sicurezza perimetrale, fondamentale per difendere confini e strutture da accessi non autorizzati e potenziali minacce. Rappresenta la prima linea di protezione contro i rischi esterni.
Una volta messe in sinergia, queste soluzioni di sicurezza fisica non sono semplici barriere, ma un'infrastruttura capace di offrire una protezione a 360 gradi contro un'ampia gamma di minacce. La loro funzione è cruciale non solo per salvaguardare gli asset materiali, ma anche per garantire la sicurezza delle persone e la tutela delle informazioni, elementi sempre più esposti e strategici nello scenario attuale.


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