L'Italia è rimasta indietro nella corsa all'elettrico: cosa frena l'evoluzione? | BusinessCommunity.it
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08/10/2025

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L'Italia è rimasta indietro nella corsa all'elettrico: cosa frena l'evoluzione?

Papi (PwC Strategy&): il mercato dei veicoli elettrici resta frenato da un'offerta ancora poco attrattiva nel segmento delle vetture compatte (segmenti A e B), che rappresenta circa il 60% del totale delle immatricolazioni

La mobilità elettrica in Italia sconta un significativo ritardo rispetto alla media europea, attestandosi al 10,5% di veicoli elettrici (PHEV e BEV) contro il 24% dell'UE, con paesi come Norvegia (96,1%) e Svezia (61,3%) ben più avanti. Le immatricolazioni di auto elettriche, sia in Italia che nell'UE-27, nella prima metà del 2025, si sono rivelate inferiori alle previsioni del 2021 (-47%), suggerendo un ritardo nel raggiungimento degli obiettivi europei. Se il trend attuale persiste, l'UE potrebbe raggiungere la riduzione del 55% di emissioni di CO2 non prima del 2032 e l'azzeramento delle emissioni oltre il 2040, anziché nel 2035 come previsto. Questi dati emergono dalla 6ª edizione dell'indagine eReadiness Study 2025 di PwC Strategy& Italia, che ha coinvolto circa 18.000 interviste CAWI in 28 Paesi, analizzando profili di consumatori, infrastrutture, incentivi e trend di mercato. Per comprendere le esigenze dei consumatori, gli intervistati sono stati suddivisi in tre gruppi: proprietari di veicoli elettrici (EV owner), coloro che intendono acquistarne uno entro 5 anni (EV prospect) e gli scettici (EV sceptic).

EV owner soddisfatti, ma sempre più esigenti

Il profilo dei proprietari di veicoli elettrici in Italia sta evolvendo rapidamente. Il 90% si dichiara soddisfatto del prodotto, ma emergono nuove esigenze e punti di attenzione. La soddisfazione è trainata dall'esperienza di guida e di ricarica. Gli insoddisfatti lamentano invece una carenza nell'infrastruttura di ricarica pubblica (43%), performance inferiori della batteria a basse temperature (36%) e costi di manutenzione superiori alle attese (32%). Gli italiani con un veicolo elettrico ricaricano principalmente a casa o in ufficio (63% del campione), ma cresce l'utilizzo della ricarica pubblica, con il 37% di consumatori (vs. 28% nel 2024) che la utilizzano come soluzione principale. In generale, c'è un miglioramento nella soddisfazione della ricarica pubblica (+5 p.p. nel 2025 vs. il 2024);
Il 43% degli EV owner ha acquistato una soluzione di ricarica privata contestualmente all'acquisto della vettura, mentre il 23% lo ha fatto in un secondo momento. L'installazione della wall-box è un fattore chiave per la soddisfazione dei clienti, che sono più soddisfatti quando è gestita direttamente dal concessionario rispetto a tecnici indipendenti;
Per l'acquisto, il negozio fisico resta il più usato: il 55% acquista nelle concessionarie, il 21% dai rivenditori multimarca e il 14% negli store di noleggio a lungo termine. Il 39% degli EV owner ha scelto il noleggio a lungo termine, mentre gli abbonamenti sono ancora pochi (2%);
Il 49% degli EV owner considera l'usato per la prossima auto, a patto che sia garantita una copertura per la batteria (58% dei casi).

EV sceptic: esperienza di ricarica e costo delle vetture rimangono le principali barriere

Gli EV sceptic, circa un terzo degli intervistati in Italia, conferma le stesse preoccupazioni emerse nelle edizioni precedenti: autonomia limitata, tempi lunghi di ricarica e costo alto sono le principali ragioni per cui non scelgono veicoli elettrici. In Italia, autonomia e costo sono considerati più importanti rispetto agli altri principali paesi europei (50% vs 41% per l'autonomia e 42% vs 33% per il costo). "Il mercato italiano dei veicoli elettrici resta frenato da un'offerta ancora poco attrattiva nel segmento delle vetture compatte (segmenti A e B), che rappresenta circa il 60% del totale delle immatricolazioni nel nostro Paese e quindi ricopre una fondamentale importanza per lo sviluppo della mobilità elettrica nel mass market. In questa fascia, l'autonomia delle batterie ed i prezzi di acquisto presentano ancora delle differenze significative rispetto alle aspettative dei consumatori", sottolinea Francesco Papi, Partner PwC Strategy& e Automotive Leader.


L'Italia e l'eReadiness Index: un posizionamento da migliorare


L'eReadiness Index è un indicatore composito che misura il livello di maturità di ciascun Paese nel percorso di transizione verso la mobilità elettrica di massa.

Nel 2025, l'Italia ha ottenuto un punteggio di 2,5 su 5 (in calo di 0,4 punti rispetto all'anno scorso), posizionandosi negli ultimi posti tra i Paesi europei analizzati. A guidare la classifica sono Norvegia (4.4), Singapore (4.3) e Olanda (4.0), più avanti dell'Italia su tutte le dimensioni considerate. Sul fronte delle infrastrutture di ricarica, l'Italia ha registrato alcuni miglioramenti, in particolare grazie all'aumento dei punti di ricarica ultra-fast (>150kW) e a una quota più elevata di energia rinnovabile prodotta. Tuttavia, se confrontato con gli altri Paesi Europei, rimane un forte divario: le colonnine ultra-fast rappresentano solo il 7% del totale, contro il 17% in Germania e l'11% in Francia e Regno Unito e la penetrazione del numero di punti di ricarica pubblici in relazione al parco circolante rimane stabile (1,4 punti di ricarica ogni 1.000 vetture) ed al di sotto dei valori registrati in altri Paesi come Francia (3,9) e Germania (3,2);
"Dal punto di vista della domanda potenziale, il trend è positivo con il 38% (vs. 33% nel 2024) dei consumatori italiani che dichiara l'interesse ad acquistare un EV nei prossimi due anni. Tuttavia, restano da affrontare le principali barriere che ostacolano la trasformazione di questa domanda potenziale in quote di mercato effettive, specie nelle aree del Centro-Sud dove si concentra la fascia di popolazione meno abbiente. Gli OEM, le utilities ed il sistema pubblico devono lavorare in modo sinergico per garantire ai consumatori vetture ad un costo accessibile e che garantiscano un'autonomia e un'esperienza di ricarica appropriata su tutto il territorio nazionale", conclude Papi.


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