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08/10/2025

economia

Investitori italiani: tra incertezza geopolitica e la sfida dell'AI nella gestione del patrimonio

Incarnato (EY): l'ultimo report rivela le priorità, dalla protezione dei beni all'interesse per l'intelligenza artificiale

La principale preoccupazione per il 55% degli investitori italiani riguarda le tensioni geopolitiche e le guerre commerciali. Questo dato emerge dall'edizione 2025 dell'EY Global Wealth Research Report, uno studio biennale che analizza le percezioni dei clienti di wealth management. Questi clienti sono individui e famiglie con un patrimonio netto elevato, fino a 25 milioni di euro, che si affidano a gestori per salvaguardare e accrescere i propri capitali in contesti di mercato volatili. La ricerca ha coinvolto oltre 3.600 clienti in 30 Paesi, inclusa l'Italia, ed è stata presentata durante l'evento "Wealth Management dalla prospettiva del cliente: priorità emergenti e nuove aspettative".

Gli investitori italiani mostrano difficoltà nell'affrontare la complessità dello scenario economico e politico attuale. Solo due su cinque si sentono "ben preparati" a !raggiungere i loro obiettivi finanziari, con un ulteriore 36% che si definisce "abbastanza preparato". Per mitigare questa incertezza, il 53% dei clienti ha intensificato gli incontri con i propri consulenti per discutere gli eventi di mercato. La protezione e la conservazione delle ricchezze sono temi centrali, considerati fondamentali dall'89% degli intervistati. Nonostante l'incertezza generale sui mercati, la fiducia negli advisor rimane elevata: l'83% dei clienti non ha dubbi sulla correttezza delle commissioni, ma il 51% è ancora preoccupato dai costi nascosti.

Le banche commerciali e retail gestiscono i portafogli del 40% degli investitori italiani, evidenziando una crescita del 10% rispetto al 2022. La scelta di un wealth manager è influenzata principalmente dalla performance degli investimenti, un criterio fondamentale per il 75% dei clienti. In media, gli investitori italiani si affidano a più di due gestori, un chiaro segno di una strategia di diversificazione non solo degli asset, ma anche dei fornitori di servizi. Questa tendenza è associata a un alto livello di soddisfazione: l'87% si dichiara soddisfatto per l'accesso a prodotti e servizi, e l'85% per le performance degli investimenti.

La fiducia tra investitori e advisor è cruciale per la selezione dei prodotti, valutando la propensione al rischio, i rendimenti attesi e le commissioni. Benché il 53% dei clienti ritenga importante informarsi sugli investimenti alternativi, solo il 10% è stato attivamente coinvolto dal proprio consulente su questi prodotti. Questo suggerisce la necessità per gli operatori di migliorare l'efficacia commerciale per promuovere soluzioni innovative. Le preoccupazioni maggiori relative agli asset alternativi includono il rischio (47%) e la mancanza di trasparenza o chiarezza sulle informazioni di rischio e rendimento (38%). L'asset alternativo più comune rimane il mattone (53%); seguono l'interesse per gli hedge fund azionari (51%), fondi che mirano a rendimenti indipendenti dai mercati attraverso strategie diversificate; e il private equity (35%), che consiste nell'acquisizione di quote di capitale in aziende non quotate con alto potenziale di crescita. Riguardo ai modelli di tariffazione, la percentuale di investitori che sceglie commissioni basate sulla performance è più che raddoppiata, raggiungendo il 24% (era il 10% nel 2022); i clienti che optano per un mix di modelli tariffari sono triplicati, salendo al 23% (dal 7% nel 2022).


La pianificazione finanziaria a lungo termine sta diventando una priorità per gli investitori. Oltre la metà degli intervistati (53%) utilizza servizi per la pianificazione finanziaria e pensionistica. Strumenti di pianificazione fiscale e di governance stanno guadagnando terreno, impiegati rispettivamente dal 49% e dal 31% dei clienti, indicando un potenziale di crescita ancora inesplorato. Nel contesto del trasferimento di ricchezza tra generazioni, il 56% dei clienti non si sente preparato. Tuttavia, una percentuale elevata di eredi italiani, il 90%, si mostra molto o abbastanza incline a mantenere lo stesso consulente finanziario del donatore.


L'indagine rivela chiare distinzioni generazionali nell'approccio alla gestione del patrimonio. I Millennial (nati tra il 1981 e il 1994) si mostrano i più autonomi e digitali: il 78% dichiara un maggiore controllo sui propri portafogli e il 67% ha intensificato il dialogo con il proprio wealth manager. I Boomer (1946-1964) privilegiano la relazione personale e la reputazione del marchio, mentre la Gen X (1965-1980) si distingue per l'alta propensione all'uso di strumenti digitali (69%). Le priorità variano anch'esse: i Millennial si concentrano sui tassi di interesse (56%), i Boomer sui rischi geopolitici (69%), e la Gen X teme l'incertezza economica (53%). Nella selezione dei partner finanziari, i Millennial sono più aperti a nuovi interlocutori, a differenza dei Boomer che preferiscono rapporti personali con i consulenti.


Un aspetto di crescente interesse è l'integrazione dell'Intelligenza Artificiale (AI) nel wealth management. Il 47% dei clienti italiani si aspetta che i propri fornitori implementino l'AI nei servizi, una percentuale che raggiunge il 75% tra i clienti con oltre un milione di patrimonio (Very High Net Worth). Nonostante questo interesse, gli investitori italiani mostrano cautela e riserve significative. Le principali preoccupazioni riguardano l'uso improprio dei dati (56%), la tutela della privacy (53%) e la mancanza di un "tocco umano" (40%).
"I dati ci dicono che l'industria del wealth management in Italia sta pienamente soddisfacendo le esigenze dei clienti: l'80% di essi, infatti, si dichiara soddisfatto su molteplici aspetti del servizio. Il valore percepito resta tuttavia largamente connesso alle performance d'investimento e i clienti rimangono preoccupati per gli eventi geopolitici (55%). Il ruolo del wealth management italiano è di guidarli con competenza e visione, aiutandoli a trasformare l'incertezza in opportunità e valorizzando appieno le competenze di consulenza patrimoniale, guardando al contempo alle opportunità che l'innovazione offre, dalle asset class alternative all'utilizzo delle nuove tecnologie", ha dichiarato Giovanni Andrea Incarnato, Italy Wealth & Asset Management Sector Leader di EY.


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