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24/09/2025

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Recensione del libro "Professione: General Counsel"

Colognesi (General Counsels Association): il legal manager che guida il futuro

Far conoscere quale sia il vissuto della figura del General Counsel, quali le sue molteplici competenze e, soprattutto, quali le sfide che deve affrontare. 24 voci che dal proprio punto di osservazione tratteggiano il ritratto complesso e stimolante del general counsel. Un viaggio in una professione, di fatto la funzione autonoma di suprema salvaguardia giuridica del mondo-azienda, reso possibile grazie all’impegno della neonata General Counsels Association che raggruppa General Counsel di numerose importanti realtà presenti in Italia.
Ne parliamo con Massimiliano Colognesi, contributor del testo Professione: General Counsel, una raccolta di saggi a cura di Alessandro Barzaghi e Tiziana Lombardo edito da Levebvre Giuffrè e General Counsels Association. Colognesi, General Counsel con esperienza in multinazionali attive in settori altamente regolamentati, ha guidato in modo integrato affari legali e relazioni esterne, con impatto su crescita, governance e reputazione. È membro attivo di FERPI e della General Counsels Association, dove promuove il riconoscimento strategico della funzione legale. Le sue competenze coprono governance, compliance, sostenibilità e risk management, con attenzione alla trasformazione digitale.

Come è nata l’idea di questo scritto?

Il libro nasce dalla volontà di colmare un vuoto: offrire un racconto concreto su cosa significhi oggi essere General Counsel (GC). Non un manuale teorico, ma un lavoro corale che unisce voci ed esperienze diverse per descrivere un ruolo in piena trasformazione. L’obiettivo è mostrare come il GC sia passato dall’essere un tecnico del diritto a un interlocutore strategico, capace di incidere su governance, gestione del rischio, sostenibilità e innovazione. È un messaggio rivolto al mondo delle imprese: la funzione legale non è accessoria, è parte integrante della capacità competitiva e della resilienza aziendale.

Lo stato di salute della professione

Direi che è ancora convalescente. In Italia il ruolo è stato a lungo visto come tecnico e marginale, un consulente interno chiamato a valle delle decisioni. In realtà il GC è un manager che legge il contesto, anticipa i rischi e supporta scelte complesse. Oggi, grazie anche per effetto delle multinazionali, cresce la consapevolezza del GC come partner strategico con competenze trasversali in governance, risk management ed ESG. Il percorso è avviato, serve consolidarne la centralità superando resistenze culturali ancora presenti.
Costo o investimento?

La risposta a questa domanda è strettamente legata allo stato di salute della professione. È un investimento misurabile e strategico. In una mia precedente esperienza abbiamo quantificato, con criteri condivisi con il Finance, il valore protetto e generato dalla funzione legale in Europa. Al termine del biennio preso in esame la misurazione si è chiusa in utile. Il ritorno non è solo economico: aumenta la velocità delle decisioni, la condivisione consapevole dei rischi, la diffusione di cultura legale e la riduzione dei contenziosi. Questi elementi, sebbene intangibili, rafforzano resilienza, reputazione e capacità competitiva.

L’impatto dell’AI sulla professione

Se i giuristi si fossero limitati allo stare decisis non avremmo avuto sentenze che hanno innovato il diritto. Con l’AI vale la stessa logica di equilibrio tra continuità e apertura. Oggi si usa già nella gestione di dati, contratti e processi, con implicazioni su cybersecurity, riservatezza dei dati e proprietà intellettuale. La partita decisiva è di governance e cultura. Occorre garantire un uso dell’AI etico, affidabile e conforme, evitando sia entusiasmi acritici sia atteggiamenti difensivi. L’AI aumenta efficienza e velocità, non sostituisce pensiero critico e giudizio umano. Il ruolo del GC è trovare il giusto equilibrio fra tutti questi fattori.


Il futuro del ruolo del GC

Mi ricollego al contributo che ho portato nel libro. Il percorso che mi ha visto operare anche in altre funzioni aziendali mi porta a pensare che il GC sia destinato a diventare sempre più un manager della complessità, un costruttore di governance. I confini con aree come risk management ed ESG continueranno ad assottigliarsi. La sfida è coniugare rigore giuridico, lettura del contesto e capacità di orientare strategie sostenibili. Non più “guardiano del passato”, ma attore che contribuisce a disegnare il futuro dell’impresa.
Federico Unnia

Aures Strategie e politiche di comunicazione .


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