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09/07/2025

economia

Europa: i dilemmi della finanza e delle banche, tra sovranità e innovazione

Bienvenu (La Financière de l'Echiquier): le banche europee sono diventate strumenti di sovranità

Alexis Bienvenu, Fund Manager di La Financière de l'Echiquier, analizza il sorprendente rally del settore bancario in Europa. Redatto il 27.06.2025.
Société Générale: +81% dall'inizio dell'anno[1]! Quest'anno, le banche europee stanno complessivamente mettendo a segno un percorso impressionante: +43%, ampiamente davanti alle star dell'AI le cui performance, in confronto, appaiono modeste (Nvidia, ad esempio: +12% in dollari). Alcune brillano in modo particolare: Unicredit, attualmente la seconda banca quotata dell'Eurozona per capitalizzazione, ha registrato un'impennata superiore al 500% in tre anni.

Case del rally bancario


A spiegarlo non è l'attività economica dell'Eurozona, purtroppo depressa. Al di là di alcuni percorsi singolari, come quello di Unicredit appunto, è possibile ricondurre questo fenomeno a diverse ragioni strutturali che ci consentono di pensare che questa tendenza sarà duratura.

Normalizzazione della curva dei tassi

In primo luogo, la curva dei tassi si è normalizzata. Grazie al calo dell'inflazione e dei tassi di riferimento poi, ha ritrovato una forma standard in cui i tassi a breve sono nettamente inferiori a quelli a lungo termine, mentre prevaleva la situazione opposta nel 2023, ad esempio, quando il tasso tedesco a 2 anni aveva superato il decennale di quasi 80 punti base. Le banche, che prendono in prestito a breve principalmente, per fare prestiti a lungo termine, non potevano crescere in questo contesto. Questo periodo sfavorevole è ormai superato e non si profila all'orizzonte alcuna ondata inflazionistica di rilievo. Altri fattori potrebbero aver contribuito alla ritrovata prosperità delle banche: ad esempio, l'aumento delle commissioni sulle transazioni o l'alleggerimento delle normative. Lo stesso vale per il previsto recupero della loro valutazione in borsa, rimasta a lungo ridicolamente bassa.


Sovranità europea e strategia UEI

Eppure, un altro movimento è all'opera sotto la superficie, ancor più potente: l'importanza crescente attribuita alla ricerca della sovranità europea. In risposta a una maggiore frammentazione del mondo, abbandonata dal suo alleato occidentale e oggetto di pericolose pressioni esercitate dal suo grande vicino orientale, l'Europa è ora consapevole della necessità di affermare la sua sovranità in diversi settori: militare, naturalmente, ma anche commerciale e ora anche finanziario. In questo spirito, la Commissione europea sta lavorando a un ambizioso progetto di trasformazione della finanza europea: la strategia "Unione per il Risparmio e gli Investimenti" (UEI), presentata nel marzo 2025.

Obiettivi della Strategia UEI


Questa dimensione dell'Unione mira a creare un mercato unico ed efficiente per il finanziamento di progetti economici all'interno dell'Unione europea. Il punto di partenza è che il risparmio nell'Eurozona è abbondante, ancorché sottoutilizzato. Ogni anno vengono risparmiati 1.000 miliardi di euro di cui buona parte lascia l'Europa per essere investita nel debito americano soprattutto o in asset europei a basso rischio, e quindi a basso rendimento e a basso valore produttivo. Se reindirizzati attraverso dispositivi efficaci, centinaia di miliardi di euro all'anno potrebbero essere investiti in modo più utile per la dinamica europea, non solo militare, ma anche ecologica o digitale.

Progetti in cantiere

Sono molti i cantieri che vengono generalmente paragonati agli Stati Uniti, dove il finanziamento dei progetti è più agevole. Tra le priorità vi sono lo sviluppo di fondi di venture-capital transfrontalieri per sostenere le imprese innovative a livello paneuropeo. Un'altra riguarda direttamente le banche e i mercati: si tratta di sostenere il processo di "cartolarizzazione" dei prestiti, un meccanismo questo che consiste, per una banca, nel convogliare una moltitudine di prestiti in un unico veicolo, per rivenderlo poi in diversi lotti agli investitori. In questo modo l'istituto riesce ad alleggerire il suo bilancio, liberando capitali per concedere altri prestiti. Tale meccanismo, comune negli Stati Uniti, rimane poco diffuso in Europa, a scapito della capacità di sostenere l'innovazione. Sono allo studio altri progetti più originali, come la creazione di un mercato unico dei tassi sovrani europei, e non più solo nazionali, che potrebbe accogliere una parte dei capitali oggi investiti nel debito americano.


Una rivoluzione ideologica

Questo progetto di Unione non costituisce soltanto l'ennesima evoluzione normativa, ma una rivoluzione ideologica. Le banche, e più in generale i mercati dei capitali, sono ormai considerati autentici strumenti di sovranità e non più di prosperità soltanto e, tra l'altro, l'una non può prescindere dall'altra. Tra un decennio, l'Europa bancaria e borsistica sarà probabilmente molto più solida, e quindi l'Europa più autonoma. Lunga vita alla rivoluzione finanziaria europea!


Alexis Bienvenu, Fund Manager di La Financière de l'Echiquier


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