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18/06/2025

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L'eredità del vino di Caltagirone tra tradizione e innovazione - Vinitor Sapiens

Sallemi (Cantina Sallemi): la storia di una cantina siciliana per l'eccellenza del Nero d'Avola

Per chi conosce e ama la Sicilia, in particolare la provincia di Catania, Caltagirone è una meta imperdibile per degustare i migliori vini. Tra questi, la cantina Sallemi, guidata da Giovanni, merita un posto di rilievo. La sua storia personale è un viaggio tra la neurologia e la passione per la viticoltura. "La mia storia è fatta di lunghi percorsi professionali, che poi mi hanno riportato a questi territori cui sono legato da tradizioni familiari, ricordi di quando ero bambino e di un amore profondo per la produzione del vino", racconta Giovanni con affabilità.

Un Passato Familiare


Il vigneto attuale, impiantato negli anni '70, si trova a Granieri, frazione di Caltagirone. Il nonno di Giovanni, proveniente da Vittoria (RG), cercò una terra fertile a Granieri. Prese in affitto un terreno dal Barone Silvestri, coltivando varietà di uve come Calaulisi, Frappato, Rossuniuri e Turribiancu. Il terreno di Petrascritta, acquistato successivamente, si rivelò inadatto, ma l'esperienza permise al padre di Giovanni di scegliere con cura l'attuale vigneto, situato in collina, esposto a mezzogiorno, con terreno in parte argilloso e in parte sabbioso, a 350 metri sul mare. Il vino prodotto fu inizialmente venduto sfuso e a livello locale.

La Nascita Di Una Sfida

Oggi, i vigneti si estendono su circa 4 ettari, con una produzione di circa 15.000 bottiglie. "È stato con la vendemmia del 2015 che ho dato avvio a questa avventura, la grande sfida di imbottigliare questo vino, che era un vino di casa, e farlo conoscere oltre i confini della Sicilia, onorando il lavoro di mio padre scomparso", ricorda con emozione. La sfida era quella di portare il vino familiare oltre i confini regionali.

Il Processo Produttivo E L'innovazione


Il processo produttivo segue ancora metodi tradizionali: utilizzo di prodotti naturali, raccolta manuale, diraspatura, macerazione in vasca di cemento per circa 36 ore con lieviti indigeni; che conferiscono un'identità unica al prodotto. "Grazie alla breve macerazione gli acini fermentati rimangono quasi integri, producendo di conseguenza poche fecce; ciò mi dà il grande vantaggio di non aver bisogno di trattamenti prima dell'imbottigliamento", afferma Giovanni. L'affinamento avviene in botti di rovere o in vasche d'acciaio, un'innovazione che permette di proteggere il vino con la colmatura di azoto alimentare. Dal 2022, la cantina ha ottenuto la certificazione biologica, un passo in avanti verso un consumo rispettoso del territorio.


Il Processo Di Vinificazione

La raccolta delle uve è manuale. I grappoli vengono selezionati e separati dai raspi. I chicchi fermentano in un recipiente di cemento, lo stesso usato dai predecessori, per circa 36 ore. Questo processo evita alte temperature che danneggerebbero aromi e sapori, attivando i lieviti caratteristici del Nero d'Avola. Terminata la fermentazione, il mosto viene trasferito in vasche d'acciaio inox per completare il processo. Dopo la fermentazione alcolica e malolattica, il vino decanta naturalmente. La produzione è venduta in ristoranti siciliani e attraverso un distributore a Milano, nel nord Europa e in Giappone.

Le Etichette E Il Futuro


Le bottiglie più rappresentative sono: Un Nero d'Avola Cantunera, un omaggio al nonno e al padre, con annate storiche; Terre Di Conventazzo Sicilia Denominazione di Origine Controllata Nero d'Avola 2018; e il Rosato Brezza di Ponente, Terre Siciliane Indicazione Geografica Tipica del 2022. Le etichette sono disegnate a mano e il logo è un torchio a vite manuale. Il futuro è nella tradizione, nel rispetto dei tempi e dei riti della vigna e della cantina, aprendosi all'enoturismo per far conoscere questa straordinaria storia e i suoi vini.

Federico Unnia
?Aures Strategie e politiche di comunicazione


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