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11/06/2025

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Salute Italia: i CEO tra incertezze e potenziale dell'AI

Fortuna (PwC): l'analisi rivela le priorità dei leader del settore Salute italiano nel gestire i cambiamenti globali

Il settore delle Health Industries (HI), che comprende Sanità, Pharma, Medical Device e Life Science, sta attraversando un'epoca di profondi mutamenti. I leader del settore in Italia si concentrano su trasformazione dei modelli di business, innovazione tecnologica e sviluppo di competenze chiave. È quanto emerge dalla 28° Annual Global CEO Survey di PwC, basata su interviste a 315 CEO globali del settore salute, di cui oltre 30 in Italia. I CEO hanno la responsabilità di definire strategie di trasformazione per garantire la sostenibilità delle loro organizzazioni nel tempo.
Nonostante gli sforzi per affrontare le sfide attuali, oltre la metà dei CEO delle Health Industries italiane (55%) è incerta sulla sostenibilità economica della propria azienda nel prossimo decennio. Questo dato segna una netta crescita rispetto al 2024 (+17%) ed è superiore alla media globale (+9%). Tra i fattori che minano la sostenibilità in Italia spiccano le pressioni sui margini dovute all'aumento dei costi (+39%), lo scarso potere di determinazione dei prezzi (+34%) e un alto livello di inefficienza organizzativa (+17%). In Italia, i CEO del settore Health sono maggiormente preoccupati per la mancanza di professionisti con competenze chiave (45% dei CEO italiani vs 28% dei CEO globali), per i rischi informatici (30% vs 26% globali) e per il cambiamento tecnologico (27% vs 20% globali), mentre variabili macroeconomiche come inflazione (15% vs 28% globali) e conflitti geopolitici preoccupano meno i CEO italiani rispetto alla media mondiale.

La preoccupazione per la mancanza di competenze è significativamente più alta per i CEO delle Health Industries italiani (45%) rispetto alla media nazionale degli altri settori (35%), probabilmente a causa della carenza di personale specializzato, come medici e personale sanitario. Andrea Alessandri, Partner e Responsabile Health Services di PwC Italia, sottolinea che “Nel settore Health la ricerca, l’innovazione e la tecnologia svolgono un ruolo centrale. Per le aziende è fondamentale investire nella formazione con programmi di up-skilling e re-skilling, ma anche integrare risorse con competenze specializzate, specie quelle digitali, valorizzando le competenze organizzative, relazionali e «soft» che consentono alla forza lavoro di essere resiliente, supportare l'innovazione e sviluppare una cultura del cambiamento”. Lo sviluppo delle competenze è strategico: secondo la ricerca Global Workforce Hopes and Fears di PwC, il 59% dei professionisti del settore in Italia ritiene fondamentale la formazione specialistica per lo sviluppo professionale, e il 70% valuta positivamente le “soft skills”, più delle competenze digitali o di analisi dati, diversamente dal trend internazionale.


A livello globale, oltre la metà dei CEO delle Health Industries ritiene che la GenAI possa migliorare redditività ed efficienza entro 12 mesi. In Italia, la fiducia è ancora maggiore: oltre l’80% dei CEO esprime fiducia nell'adozione dell'Intelligenza Artificiale, un dato superiore alla media globale (73%). Questo indica come l'integrazione della GenAI, sia nei processi "core" che in quelli di supporto, sia vista come un importante motore di trasformazione nei prossimi anni. Tuttavia, questa apertura si accompagna a forte preoccupazione per i rischi connessi, in particolare cybersicurezza, aspetti regolatori (come l'AI Act) ed etici, oltre a una persistente difficoltà nel comprendere e sfruttare appieno il potenziale della GenAI.
Nel 2024, il settore delle Health Industries in Italia ha visto una riduzione nel numero di operazioni di M&A, dopo il recupero del 2023. Questo calo è inserito in un contesto macroeconomico complesso, caratterizzato da tassi d'interesse elevati, rallentamento economico, difficoltà nell'accesso al credito e aspettative di prezzo dei venditori ancora alte. Nonostante ciò, lo scenario rimane favorevole grazie a un mercato frammentato, operatori dinamici, l'attrattività del settore e il crescente interesse dei Private Equity. L'M&A continuerà a rappresentare una leva fondamentale per la crescita, la trasformazione dei modelli di business e la creazione di vantaggio competitivo. Oltre il 60% dei CEO italiani del settore Health dichiara di voler effettuare da 1 a 4 operazioni di M&A nei prossimi 3 anni, una percentuale superiore al 47% globale.

Secondo l'analisi di PwC, negli ultimi cinque anni, solo il 28% dei CEO delle Health Industries a livello globale – e il 30% in Italia – ha iniziato a esplorare nuovi segmenti di mercato. Le iniziative di trasformazione più comuni sono state lo sviluppo di prodotti e servizi innovativi e le collaborazioni. Tuttavia, in Italia, solo il 5% del fatturato negli ultimi 5 anni proviene da attività nuove rispetto al core business. Andrea Fortuna, Partner e Health Industries Leader di PwC Italia, conclude che “I dati dimostrano che le aziende che intraprendono percorsi di trasformazione strutturati riportano risultati migliori. Restare fermi non è un’opzione. È dunque cruciale adottare una strategia organica, capace di accelerare il cambiamento e di attivare nuove fonti di valore. Sebbene la penetrazione in nuovi mercati resti limitata, l’innovazione di prodotto e servizio, compresa la digitalizzazione dei prodotti/servizi tradizionali, è al centro dell’azione dei CEO più lungimiranti. In Italia, più che altrove, la carenza di competenze rischia di frenare la competitività. Investire sulle competenze del personale e nell’implementazione di soluzioni tecnologiche innovative, compresa la GenAI rappresenta oggi non solo un’opportunità, ma una necessità per garantire efficienza, attrattività, competitività e sostenibilità nel lungo periodo delle aziende del settore della salute”.

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