PMI italiane: la sfida dei capitali blocca la crescita, servono 87 miliardi di investimenti
Natali (AssoNEXT): solo il 16% dei fondi comuni investe in Italia, servono soluzioni per rilanciare il mercato dei capitali dedicato alle PMI
Il mercato borsistico delle PMI italiane attraversa una fase critica nella raccolta di capitali, con valutazioni inadeguate e volatili che spingono diverse società verso il delisting. La situazione, discussa oggi a Palazzo Montecitorio durante l'incontro promosso da AssoNEXT, evidenzia l'urgenza di interventi strutturali per il comparto.
"Lo sviluppo del mercato dei capitali rappresenta uno dei fattori abilitanti della crescita del Paese", afferma Federico Freni, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le Finanze, sottolineando l'importanza di convogliare i risparmi europei verso le imprese continentali.
I numeri attuali sono preoccupanti: solo 87,5 miliardi di euro, pari al 16% dei portafogli dei fondi comuni, viene investito in Italia. La situazione è ancora più critica per fondi pensione e assicurazioni vita, che investono rispettivamente meno del 3% e del 2% nelle imprese italiane, contro una media europea che raggiunge il 50% in paesi come la Svezia.

"L'evoluzione normativa consente di coinvolgere assicurazioni, fondi pensione e casse professionali negli investimenti azionari domestici", evidenzia Giovanni Natali, Presidente AssoNEXT, prospettando la possibilità di immettere miliardi di euro nei mercati borsistici.
Le soluzioni proposte da AssoNEXT si articolano su tre fronti: coinvestimento pubblico-privato attraverso fondi dedicati, nuovi prodotti finanziari con incentivi fiscali, e maggiore partecipazione degli investitori istituzionali. Iniziative come il Fondo Cresci al Sud di Invitalia e il Fondo Nazionale Strategico di CDP rappresentano primi passi concreti in questa direzione.
Il potenziale di crescita è significativo: se la quota di investimenti in PMI domestiche della previdenza complementare salisse al 10% e quella delle assicurazioni vita al 5%, si genererebbero flussi di capitale considerevoli verso l'economia reale italiana. Questa strategia trova riscontro nelle preferenze degli italiani: secondo il 5° Rapporto Assogestioni-Censis, il 70% preferisce investire in strumenti finanziari nazionali.
La revisione della previdenza complementare, insieme all'adozione del modello europeo EET (Esenzione-Esenzione-Tassazione), potrebbe rappresentare una svolta decisiva per massimizzare l'efficacia allocativa a beneficio dell'economia nazionale.