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04/06/2025

idee

AI e Copyright: come cambia l'uso delle opere protette?

Maggi (42 Law Firm): il dibattito internazionale sull'utilizzo delle opere protette per l'addestramento dell'AI

Il tema dell'addestramento e quindi dell'uso dell'intelligenza artificiale è diventato molto importante. Abbiamo intervistato l'avvocato Lucia Maggi, partner di 42 Law Firm per comprendere gli sviluppi, attuali e futuri.

Come sta cambiando l'idea dell'uso di opere protette da copyright nell'addestramento dei modelli di AI?


L'uso di opere protette dal diritto d'autore nell'addestramento di modelli di Intelligenza Artificiale è sicuramente una delle questioni più controverse, sia sul piano giuridico che tecnico. In particolare, si registra un dibattito internazionale molto acceso sulla liceità della raccolta e dell'utilizzo su larga scala di opere tutelate per la formazione di sistemi intelligenti come quelli basati sul machine learning e sul deep learning. A livello internazionale, si osservano interpretazioni divergenti: alcune giurisdizioni sono propense a interpretare questo utilizzo come una modalità innovativa e non necessariamente lesiva dei diritti economici degli autori, considerando che l'addestramento di modelli di AI non si traduce automaticamente in una riproduzione commerciale diretta delle opere stesse. Al contrario, altre giurisdizioni e autori assumono posizioni più restrittive, ritenendo che l'uso massiccio e sistematico dei contenuti protetti rappresenti una violazione dei diritti esclusivi, sia come uso tout court sia nel caso in cui gli output generati possano competere commercialmente con le opere originarie. Nell'ultimo anno e mezzo, sono stati promossi non pochi contenziosi contro le big tech da autori e collecting societies proprio per l'asserita violazione del copyright e queste ultime hanno eccepito tutte la sussistenza di fair use.

Come sta evolvendo il concetto di fair use, non solo legato all'AI?

ll fair use è un istituto giuridico tipicamente statunitense che consente, sotto specifiche condizioni, l'uso limitato di materiale protetto dal diritto d'autore senza la necessità di ottenere il permesso dal titolare dei diritti. Generalmente, il fair use viene valutato sulla base di quattro criteri principali: la finalità e il carattere dell'uso (commerciale o educativo, trasformativo o meramente riproduttivo), la natura dell'opera protetta (se originale, creativa o fattuale), l'ampiezza della porzione dell'opera utilizzata rispetto all'opera originale, e l'effetto dell'uso sul mercato potenziale o sul valore dell'opera originale. Questa dottrina, tipicamente elastica e interpretata caso per caso dai tribunali, è spesso invocata in situazioni quali la critica, il commento, la cronaca, la ricerca scientifica e didattica, e altre attività simili che hanno un significativo interesse pubblico.


Recentemente, come dicevo, è stato portato come scriminante da tutti gli sviluppatori di software di AI generativa coinvolti in contenziosi per la violazione del copyright. Sul punto si è recentemente pronunciato l'US Copyright Office il quale ha rilasciato un rapporto che ha duramente messo in discussione l'applicazione dell'esimente del fair use relativamente all'addestramento di modelli AI. La pubblicazione del rapporto non è stata senza conseguenza dal momento che poco dopo la direttrice dell'ufficio Shira Perlmutter è stata immediatamente licenziata.

Qual è lo scenario attuale nel nostro Paese?


Venendo all'Italia, il panorama relativo all'uso delle opere protette dal diritto d'autore nell'ambito dell'Ai risulta ancora non ben definito. Il nostro ordinamento non contempla esplicitamente, infatti, la scriminante del fair use, ma prevede un sistema di eccezioni e limitazioni specifiche, tassativamente indicate dalla legge. Attualmente, manca un quadro normativo esplicito che disciplini chiaramente la possibilità di utilizzare opere tutelate per finalità di addestramento di modelli di AI; anche il regolamento europeo AI Act non si è espresso direttamente sul punto, rinviando alle eccezioni previste per il text and data mining dalla Direttiva Copyright. La giurisprudenza e la dottrina italiane sono al momento prudenti, anche se recenti contributi dottrinali e alcune pronunce giudiziali iniziano a manifestare l'esigenza di interventi legislativi più dettagliati e aggiornati. È percepita infatti la necessità di trovare un equilibrio tra la tutela degli autori e l'importanza di favorire la ricerca e lo sviluppo tecnologico, in un contesto economico globale sempre più competitivo.

Quali potrebbero essere le possibili evoluzioni normative?

Sul piano delle possibili evoluzioni normative, in Italia potrebbero emergere nuove discipline volte specificamente a regolamentare l'uso di opere protette ai fini dell'intelligenza artificiale. Tra le opzioni fortemente probabili vi sono l'introduzione di specifiche eccezioni per scopi di ricerca scientifica e tecnologica e una definizione normativa più chiara delle condizioni in cui l'uso di opere tutelate risulta legittimo nel contesto dell'AI. La significativa influenza della normativa europea, inoltre, che potrebbe spingere verso una maggiore armonizzazione della disciplina, specialmente attraverso l'implementazione di direttive specifiche mirate a chiarire ulteriormente le condizioni di utilizzo delle opere nell'ambito dell'intelligenza artificiale. In ogni caso, appare sempre più urgente un intervento legislativo che sappia bilanciare adeguatamente gli interessi economici e morali degli autori con le necessità di innovazione tecnologica e progresso scientifico.


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