Roberto Liscia (Netcomm Forum): un'edizione aumentata per l'eCommerce italiano
L'eCommerce si evolve, tra nuove tecnologie, etica e sostenibilità
Il momento del Netcomm Forum si avvicina, l'evento principale per il Consorzio Netcomm e come sempre è un'ottima occasione per intervistare Roberto Liscia, Presidente ma anche vero motore trainante e guida del mercato.
Un anno molto particolare per il commercio elettronico
È un anno particolare perché sono cambiate le condizioni del contorno. Non c'è solo il commercio elettronico come acquisto, ma dobbiamo ragionare sul fatto che il commercio fa parte di una situazione complessiva molto più articolata, che vede la geopolitica entrare in campo, i nuovi territori da conquistare sotto profilo marketing. Il consumatore italiano che in qualche misura sta cambiando anche lui pelle. Ormai l'eCommerce non è più un fatto pionieristico, fa parte del comportamento naturale dei consumatori giovani e vecchi. Un'informazione abbastanza significativa è il fatto che quando siamo partiti a tracciare il consumatore italiano, il 64% dei consumatori erano maschi. Adesso il 50% sono uomini, il 50% sono donne. Quindi è cambiato sia il consumatore, sia le imprese oggi hanno il problema di raggiungere il consumatore non soltanto in Italia, ma nel mondo, in un mondo che oggi è diventato molto più complesso. Una volta si ragionava sul fatto di poter andare su qualche piattaforma e raggiungere dovunque, chiunque. Oggi uno deve selezionare anche i mercati prioritari nel quale entrare. Quindi questo è un anno particolare, dove i cambiamenti lato mercato, lato comportamento del consumatore e lato mercati di destinazione, sono cambiati e stanno cambiando molto rapidamente.

Abbiamo visto che nell'ultimo periodo è arrivato TikTok con una serie di novità: una nuova opportunità nuova perché i consumatori, anche sui social diventano, tra virgolette, acquirenti d'impulso.
Sicuramente l'arrivo anche in Italia dei social commerce è un cambiamento. Ma ascrivo questo cambiamento non al fatto che ci sono nuove piattaforme che entrano nel mercato dell'intermediazione tra prodotti e il consumatore. Però, va letto in una chiave più storica questo fenomeno. Quando dicevo che all'inizio erano diciamo, giovani e tecnologici che compravano prodotti di elettronica e che adesso il 50% sono uomini e sono donne, e un altro dato interessante è che quando è partito l'e-commerce prevalentemente si concentrava nelle grandi città e oggi un po' anche di piccole si compra dovunque. Questo si si si lega al fatto che è il consumatore che è diventato digitale. il consumatore ha una vita fisica e una vita digitale, quindi ciascuno di noi, più anziani e più giovani, abbiamo, diciamo, diverse opportunità di rapportarci con il mondo digitale e fisico. Questo fa sì che il consumatore, sia esso nel suo pezzo di vita digitale, quindi nel suo pezzo di vita fisica, vuole in quel momento in cui è, diciamo, in una conformazione o in attitudine o in un'altra, avere l'accesso velocemente a quello che gli interessa, soddisfare i suoi bisogni. Questi bisogni possono essere bisogni, ovviamente, eh ricorrenti, acquisti ricorrenti, oppure acquisti esperienziali. In questo, le piattaforme social che giocano, giocavano un ruolo nella comunicazione, ehm oggi giocheranno un ruolo anche nella soddisfazione del bisogno. Se io sono già sul social ehm per in qualche misura confrontarmi con altri, per vedere esperienze di prodotti o di persone, beh, in quel momento si genera un bisogno che può essere un bisogno da soddisfare, che sia un bisogno consapevole o inconsapevole. Quindi, non lo vedo come un fatto dell'acquisto soltanto di impulso, lo vedo con il fatto che l'acquisto di impulso c'è sempre stato anche quando passavo davanti a una vetrina fisica e e e quel bisogno si si scatenava. Quindi il problema è la la dove sono io come consumatore nel mondo fisico e nel mondo digitale, l'organizzazione dell'offerta, anche social, si sta organizzando per soddisfare il mio bisogno o il bisogno di degli altri compratori, sia nel mondo fisico che nel mondo virtuale. Quindi, sì, la risposta è i social sono un'evoluzione del consumatore da un lato che esprime questi bisogni in ogni dove, fisico e digitali, e dall'altra dell'offerta che naturalmente riesce a intermediare con le con tutte le tecnologie disponibili eh queste attese da parte del consumatore.
Netcomm da anni ha quasi accantonato l'omnicanalità dicendo che ormai l'commerce fa parte del commercio, ma c'è tutta una costellazione di servizi, e lì il vostro ruolo
L'unione di questi puntini è ehm diciamo, uno degli elementi importanti che è avvenuto in questo in questi anni. Ehm il fatto che l'interoperabilità delle piattaforme sia un fatto che si è semplificato nel tempo, questo ha consentito ehm al mondo, diciamo, dell'offerta e-commerce, tra virgolette, di evolversi. Cioè, è sempre più facile, lo dicevamo 10 anni fa, utilizzare il dropshipping per vendere prodotti che non ci sono in magazzino, ma che sono nel magazzino di altri. È sempre più facile oggi creare un magazzino virtuale che è la somma del magazzino centrale del brand con i magazzini periferici che ci sono all'interno dei negozi, mandando magari il prodotto che è acquistato digitalmente dal negozio più vicino alla residenza del consumatore. Quindi l'unione dei puntini è proprio un tema che noi seguiamo da tempo, facilitiamo da tempo e il nostro gruppo di lavoro hanno proprio questo come uno degli obiettivi, permettere alle imprese di connettersi sia sulla conoscenza, che è un elemento fondamentale, sia sulla possibilità della interoperabilità delle piattaforme, dei servizi per permettere banalmente, quello che una volta era quasi impossibile all'inizio dell'e-commerce, sapere dov'è il mio pacco quando lo compro online da un soggetto terzo, perché il tracking è fornito come informazioni da parte di un fornitore di servizio, di un fornitore di logistica. l'unione di questi, diciamo, di queste piattaforme e servizi è il grande balzo che oggi permette anche più facilmente di sviluppare nuovi modelli di business, nuovi modelli di impresa, nuove piattaforme che permettono di raggiungere il cliente dovunque. Il vero problema è che oggi ci sono altri fattori che impediscono di raggiungere i clienti dovunque, la guerra, la geopolitica, i dazi, ci sono altri fattori che stanno intervenendo, dove dall'altra parte la tecnologia ha semplificato i processi.
E poi e poi ci sono due temi caldi: l'etica e la sostenibilità.
L'etica è un elemento fondamentale, tant'è che noi, come Netcomm, abbiamo appena varato nell'ultima assemblea dei soci la 231 che ci impegna nei confronti dei terzi, delle imprese e delle istituzioni di essere una associazione estremamente trasparente e di avere adottato un codice etico verso tutti coloro che si rapportano al consorzio. Quindi l'etica diventerà un elemento importante per noi, come lo è diventato per tutti gli operatori del mercato digitale e non. Devo dire che in questo ultimi anni l'etica è diventato anche trust. Quando si crede e si ha fiducia nella controparte, anche di una controparte digitale che non si conosce, l'etica è un elemento importante, tant'è che noi sull'etica abbiamo ormai da più di 17 anni creato il sigillo Netcomm che ha l'obiettivo di garantire che i siti che hanno il nostro trustmark siano responsabili, eticamente responsabili e che siano coerenti con le normative internazionali e e locali. L'etica si traduce anche in un'etica, non soltanto nel rapporto commerciale, ma in un'etica, se vogliamo, sociale, sostenibile, nel senso che la nostra responsabilità è non soltanto nei confronti del consumatore, ma nei confronti dell'ambiente. In questo ovviamente la Comunità europea e la Commissione europea ci stanno lavorando da tempo e stanno immettendo normative che vanno in questa direzione. Non dimentichiamo che nel 2026 entrerà in vigore il Digital Product Passport che ha l'obiettivo di tracciare i prodotti in tutta la filiera, in tutta la loro evoluzione della loro vita, da dove sono nati, dai materiali che li compongono, da come sono trasformati, da come sono, diciamo, portati al cliente, da com'è il packaging, in maniera tale che il cliente ne conosca profondamente diciamo tutta la vita, tutti i materiali che lo compongono e ovviamente, questo permetterà anche con l'informazione che consente al consumatore di seguire la vita del prodotto, di fare delle scelte non solo più etiche, ma anche più sostenibili. La sostenibilità però, da un lato, come sappiamo, ha diversi componenti, sostenibilità in termini di sostenibilità verso il mondo che ci circonda, ehm ma anche, se vogliamo, sostenibilità ehm verso diciamo, stakeholder, dipendenti e collaboratori e naturalmente una governance che sia il più possibile etica e corretta. Ecco, su questo credo che le imprese dovranno molto lavorare ancora nei prossimi anni, sia le grandi che le piccole, perché il percorso è reso difficoltoso anche dal fatto che la concorrenza globale, siamo in un ecosistema dove la concorrenza è globale, ovviamente le nostre imprese si rapportano con le imprese cinesi e americane, non hanno la stessa sensibilità, gli stessi valori che oggi sono nati e cresciuti in Europa con la sua storia diciamo millenaria e centenaria. Quindi il problema della sostenibilità si rapporta anche nel rapporto con gli altri blocchi continentali e concorrenti.

Cosa dobbiamo aspettarci da questa edizione del Netcomm Forum, è comparso un claim 'un'edizione aumentata'?
La parola aumentata ci consente di lasciarci liberi nel definire cosa si intende aumentata, nel senso che ovviamente le direzioni di sviluppo sono molteplici di questo settore. Pensiamo alla dimensione tecnologica, alla dimensione dell'integrazione tra i sistemi, alla complessità delle interoperabilità di cui facevamo prima, alla complessità dei mercati, all'introduzione di di quelle tecnologie che sempre di più facilitano il consumatore nella scelta dei prodotti. Dicevamo prima della sostenibilità, ma gli altri temi sono legati alla scelta del prodotto che sia il più possibile fitting con le esigenze delle delle persone e le esigenze dell'acquisto che si vuole mettere, per esempio, nella propria casa, quindi il virtual try-on, la possibilità di prendere le misure del prodotto in maniera attenta limitando e riducendo il numero dei resi, piuttosto che la possibilità di verificare se il prodotto sta nell'ambiente con l'augmented reality. Ecco, tutta questa, diciamo, realtà aumentata che abbiamo considerato aumentato, ci permette oltretutto di avere un impatto sulla soddisfazione del cliente in prospettiva, ma anche sulla sostenibilità, perché la riduzione del numero dei resi, ovviamente, ha un impatto sulla riduzione dell'impronta CO2 che questo fenomeno di acquisto, sia fisico che digitale, può può comportare.