Vini segreti riscoperti: la piccola Borgogna italiana che tutti ignorano - Vinitor Sapiens
Leggero (Villareggia): il Nebbiolo rinasce in Canavese
Vivi grandiosi, espressione del Nebbiolo, un'uva che ha fatto la storia in Italia e non solo. Un territorio non comune, sia per la sua composizione geologica (un mix di sabbia e ciottoli) sia per la sua peculiare collocazione geografica (schiacciato tra la Torino dell'automobile e la Lombardia del miracolo italiano). L'area geografica denominata Canavese non ha una definizione univoca a causa dei numerosi eventi storici che ridefinivano i confini della zona a seconda delle famiglie che la governavano.
Il nome Canavese indica quella parte del Piemonte compresa fra la Serra d'Ivrea e il corso inferiore della Dora Baltea da Mazzè sino alla confluenza col Po. Si colloca in questo contesto la storia della giovane Cantina Villareggia, azienda certificata biologica, alla cui guida fin dalla sua costituzione troviamo Luca Leggero. Il padre Paolo, medico psichiatra molto impegnato anche nel sociale e, soprattutto, il nonno, Luigi, geometra e segretario di zona di Coldretti, gli trasmettono la passione per la vigna.

"Dopo gli studi al liceo classico mi sono iscritto a giurisprudenza, laureandomi nel 201X. Sebbene la mia strada sembrasse segnata, fu un'esperienza in alta langa, di agricoltura sociale, a far scoccare la scintilla per un'impresa nel settore vitivinicolo" ci racconta Luca. Il progetto, segno del destino, verteva nel recupero di una vecchissima vigna di Dolcetto. Un'esperienza sul campo che ha avuto la meglio su codici e atti.
Nel 2014 prende quindi corpo il progetto di mettere a produzione vitigni storici per il territorio, andati spessissimo dimenticati causa il progressivo abbandono delle campagne verso le città industrializzate. Uva sempre e assolutamente destinate a produrre vini biologici e biodinamici. Parallelamente prende corpo l'idea di creare una propria cantina in Canavese, a Villareggia, che riporti in vita due eccellenze locali aventi solide basi storiche ma con un occhio verso il futuro: il vino Nebbiolo ottenuto dai cloni di picotendro e l'Erbaluce.
Negli ultimi anni infatti Luca si accorge di come produzioni storiche e pregiate come il Nebbiolo canavesano e l'Erbaluce di Caluso avessero bisogno di innovazione per poter risorgere.
"La filosofia alla base del progetto è la produzione di vini pregiati, dalle qualità organolettiche chiare e rappresentative del territorio ma al tempo stesso sostenibili, soprattutto dal punto di vista ambientale, rivoluzionando le teorie e le pratiche di agricoltura adottate negli ultimi 50 anni. La sfida è molto avvincente. Un territorio vivo e fiorente è composto da più elementi e fattori che si intrecciano fra loro in modo sinergico: i più importanti sono sicuramente l'ambiente e le persone. Per ottenere grandi vini bisogna saper credere nel proprio territorio, rispettarlo, curarlo e valorizzarlo in tutti i suoi aspetti perché esso possa esprimersi al meglio" ricorda Luca.
Dal 2017, si è manifestata la necessità di dotarsi di una cantina di produzione per accogliere le uve provenienti dai vigneti di proprietà, piantati negli anni precedenti. Questa struttura non è semplicemente un luogo di produzione, ma deve rispecchiare la filosofia che Luca Leggero ha voluto imprimere ai suoi vini. Dopo le prove fatte nel 2019 e 2020, nel 2021 si celebra la prima vendemmia in cantina.
Complessivamente sono coltivati 8,5 ettari, che portano alla produzione di circa 35mila. Per chi volesse conoscere Luca e assaggiare i suoi prodotti l'appuntamento è al prossimo Vinitaly, all'interno dell'Amphora Revolution, a fianco del Padiglione della Regione Lombardia.
Le etichette di Villareggia
Venendo alle etichette più conosciute, dopo due secoli di buio, il Nebbiolo Canavesano, da cloni di Picotener (Picotendro), varietà a bacca rossa autoctona del Canavese, torna a maturare sulle colline di Villareggia.
Maura Nen, espressione piemontese che significa "non matura," racconta le vicende del Nebbiolo "picotendro" a Villareggia: dal suo antico prestigio al lungo periodo di abbandono, fino alla sua rinascita, resa possibile grazie alla nostra dedizione e al sogno di riportarlo al suo splendore.

L'Erbaluce è una delle varietà a bacca bianca più antiche d'Italia, originaria del Canavese, in Alto Piemonte. Rend Nen, un'espressione piemontese che significa "non rende," è molto più di un nome: è un omaggio alle prime vinificazioni di Erbaluce, nate tra le mani inesperte ma entusiaste di una gioventù carica di sogni, nella vecchia cantina del nonno. Strutturato, ma con un'eleganza che cattura, si esprime in note aromatiche complesse e in una mineralità distintiva che riflette il terroir morenico-sabbioso unico del territorio. Perfettamente bilanciato tra freschezza e corpo, raggiunge la sua massima espressione nella longevità, acquisendo ulteriore struttura, complessità e armonia, trasformandosi in un bianco d'eccezione.
Infine il Torchiato d'oro, la selezione dei mosti lascia spazio ad un vino bianco più fresco ma con tutte le grandi peculiarità che solo il vitigno Erbaluce sa esprimere, con il suo carattere deciso e un sapore unico da sapersi apprezzare anche nel tempo.