Valutazioni azionarie ai massimi storici: perché gli investitori dovrebbero riscoprire le obbligazioni
Pimco: con il premio per il rischio azionario diventato negativo per la prima volta dal 2002, è il momento di riconsiderare i vantaggi della diversificazione di portafoglio
Le azioni statunitensi stanno raggiungendo livelli di valutazione che accendono i riflettori sui potenziali rischi di mercato. Con l'indice S&P 500 che tocca nuovi massimi, gli esperti di PIMCO, tra cui Marc Seidner, CIO Strategie non tradizionali, e Pramol Dhawan, Portfolio Manager, invitano gli investitori a riconsiderare l'importanza della diversificazione di portafoglio e a valutare attentamente la sostenibilità dei recenti guadagni azionari.
Lo stesso presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, ha espresso preoccupazioni durante una conferenza stampa il 29 gennaio, affermando che "i prezzi degli asset sono elevati secondo molte metriche in questo momento". Questa dichiarazione arriva in un contesto in cui il premio per il rischio azionario – la differenza tra il rendimento degli utili dell'S&P 500 e il rendimento del Treasury a 10 anni – è diventato negativo per la prima volta dal 2002, come evidenziato da un articolo in prima pagina sul Wall Street Journal intitolato "Premium for Owning Stocks Vs. Bonds Disappears".

Un altro indicatore chiave che segnala valutazioni potenzialmente eccessive è il rapporto prezzo/utili corretto per il ciclo (CAPE), che ha raggiunto livelli osservati solo due volte negli ultimi trent'anni: durante la bolla delle dot-com e nella ripresa post-pandemia. Ciò che rende particolarmente significativo questo dato è il contesto economico attuale: i precedenti picchi del CAPE si sono verificati quando le proiezioni di crescita economica degli Stati Uniti oscillavano tra il 3,5% e il 4,7% annuo, mentre oggi le previsioni per il 2025 si attestano intorno al 2%.
Questa combinazione di valutazioni elevate e crescita moderata diventa ancora più preoccupante alla luce dell'aumentata incertezza politica, in particolare riguardo alle politiche commerciali statunitensi che potrebbero ridisegnare profondamente il panorama economico globale. L'indice di incertezza della politica commerciale (TPU), elaborato dalla Federal Reserve, mostra un significativo incremento, segnalando potenziali turbolenze future.
La tesi a favore di un'ulteriore crescita del mercato azionario statunitense sembra basarsi su due presupposti fondamentali: che "questa volta sia diverso" e che l'eccezionalità dell'economia americana rispetto al resto del mondo continuerà indefinitamente. Questi assunti hanno mostrato segni di fragilità a fine gennaio, quando i timori sulla sostenibilità degli investimenti nell'intelligenza artificiale, in un contesto di crescente competizione con la Cina, hanno innescato una significativa correzione di mercato.
In questo scenario, la diversificazione emerge come strategia cruciale. Il premio di rischio azionario è diventato negativo in parte perché i rendimenti obbligazionari hanno raggiunto i livelli più attraenti degli ultimi anni. Il Bloomberg US Aggregate Index, che traccia l'andamento del mercato obbligazionario americano, mostra rendimenti che ora superano il rendimento degli utili dell'S&P 500, invertendo una tendenza di lungo periodo.
Un elemento particolarmente significativo per gli investitori è la recente ricomparsa della tradizionale correlazione negativa tra azioni e obbligazioni, che rafforza il ruolo di queste ultime come contrappeso naturale all'esposizione azionaria in un portafoglio bilanciato.
Gli esperti di PIMCO sottolineano che nel lungo termine le azioni statunitensi rimangono componenti essenziali di qualsiasi portafoglio di investimento. Gli investimenti azionari hanno storicamente contribuito a sostenere la crescita dell'economia americana, creando ricchezza e sicurezza pensionistica per milioni di investitori. Tuttavia, i periodi caratterizzati da valutazioni elevate come quello attuale hanno tendenzialmente aumentato i rischi a breve termine per le prospettive azionarie.
Come ha osservato anche il presidente Powell, è nella natura umana sottovalutare i rischi di coda – eventi improbabili ma potenzialmente devastanti. A seguito degli straordinari guadagni del mercato azionario negli ultimi anni, che potrebbero aver ulteriormente sbilanciato l'allocazione dei portafogli verso le azioni, gli investitori dovrebbero valutare attentamente i rischi legati alle valutazioni elevate e riconsiderare l'importanza delle obbligazioni in un portafoglio diversificato.

La storia dei mercati finanziari insegna che le valutazioni tendono a ritornare alla media di lungo periodo. Presumere che le condizioni eccezionali di oggi perdureranno indefinitamente potrebbe rivelarsi un errore costoso per gli investitori che non hanno adeguatamente diversificato i propri portafogli.
L'analisi dei dati storici mostra che quando il CAPE ha raggiunto livelli simili a quelli attuali, i rendimenti azionari nei periodi successivi sono stati generalmente inferiori alla media. Questo non significa necessariamente un imminente crollo del mercato, ma suggerisce rendimenti potenzialmente più modesti e una maggiore volatilità nei prossimi anni.
In questo contesto, le obbligazioni offrono non solo rendimenti competitivi rispetto alle azioni, ma anche una protezione contro la volatilità di mercato. Con i rendimenti obbligazionari ai livelli più alti degli ultimi anni, gli investitori hanno ora l'opportunità di costruire portafogli più resilienti senza sacrificare significativamente i rendimenti potenziali.
La diversificazione rimane uno dei principi fondamentali dell'investimento prudente, particolarmente rilevante in periodi di valutazioni elevate e incertezza crescente. Come dimostra la storia finanziaria, nessun asset class supera costantemente tutte le altre in tutti i contesti economici e di mercato. Un approccio equilibrato, che combini esposizione azionaria e obbligazionaria in proporzioni appropriate al profilo di rischio individuale, offre la migliore protezione contro l'imprevedibilità dei mercati.
Gli investitori dovrebbero quindi riconsiderare l'allocazione dei propri portafogli alla luce delle attuali valutazioni di mercato e dell'incertezza economica, valutando se un incremento della componente obbligazionaria possa offrire un migliore equilibrio tra rischio e rendimento nel contesto attuale